Ancora poche ore prima del verdetto di primo grado emesso dal Tribunale Federale Nazionale nei confronti della società Chievo Verona, formazione implicata nello scandalo legato alle "plusvalenze fittizie" che vede, tra l'altro, coinvolta anche la società del Cesena, dichiarata fallita negli ultimi giorni. A costituirsi parte terza interessata è stato il Crotone, formazione retrocessa all'ultima giornata in cadetteria al termine dell'ultimo campionato. Per il club clivense il Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro, nell'udienza preliminare svolta presso la sede di Roma ad inizio settimana, avrebbe formulato richieste pari a 15 punti di penalizzazione da scontare nel campionato appena concluso, oltre a trentasei mesi di inibizione per il numero uno gialloblu Luca Campedelli.

A gravare sulla società nel deferimento della FIGC accuse di responsabilità diretta e oggettiva.

Attesa per la sentenza

A scandire il conto alla rovescia che separa i due club dalla sentenza di primo grado, una serie di comunicati apparsi negli ultimi giorni. Guerra aperta tra le due società che cercano, a vario titolo, di far valere le proprie motivazioni per presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato di Serie A. Per il Chievo Verona, secondo quanto ipotizzato dalla Procura Federale, a pesare sarebbero una serie di operazioni di mercato "fittizie" con le quali il club, con l'assenso del suo presidente, avrebbe alterato i bilanci attuando una serie di operazioni di mercato che avrebbero permesso, in concomitanza dei controlli effettuati annualmente dalla Covisoc, di ottenere bilanci non veritieri e cifre utili a permettere l'acquisizione della documentazione valida per l'iscrizione a tre distinti campionati di massima serie.

Il club di Luca Campedelli si è detto ottimista; allo stesso modo, anche il presidente pitagorico Gianni Vrenna ha manifestato il suo cauto ottimismo sull'esito della vicenda. I giudici del TFN ora dovranno esprimersi su una vicenda di complicata risoluzione. Da sottolineare come, già in passato, per la precisione nel 2008, la società Chievo Verona sia stata accusata di plusvalenze "gonfiate".

In quel frangente il club patteggiò chiudendo il procedimento con una semplice multa. Oggi, a distanza di un decennio, il caso si ripropone in dimensioni considerevolmente maggiori, una recidività che potrebbe pesare nel giudizio finale.