La Croazia di mister Zlatko Dalić ce l'ha fatta, ha raggiunto la finale dei mondiali di Russia 2018 dove affronterà la Francia, una delle favorite sin dall'inizio del torneo. I giocatori biancorossi, dopo aver superato agevolmente il girone a 4 squadre con Argentina, Nigeria e Islanda, hanno eliminato nell'ordine, e sempre andando oltre i tempi regolamentari, Danimarca, i padroni di casa della Russia e, ieri sera, l'Inghilterra. Sempre in rimonta, sempre con uno spirito battagliero che ha inorgoglito, partita dopo partita, un popolo da sempre fiero della propria storia e delle proprie radici.

Un popolo che, come alcuni dei giocatori senior della selezione, vere e proprie stelle del calcio mondiale, ha dovuto soffrire le pene di una guerra terribile e maledetta, quella dei Balcani di 20 anni fa, in cui le tensioni vissute non possono essere minimamente paragonate ad una partita in rimonta o ad una lotteria dei rigori.

I Mondiali del riscatto

Luka Modric è uno dei giocatori più noti e rappresentativi della Croazia. Stella e colonna portante del Real Madrid campione d'Europa e del Mondo, il centrocampista aveva solo sei anni quando si è visto arrivare la guerra civile in casa, nel remoto villaggio di Modrici, nella Croazia centrale. Suo nonno Luka, da cui ha preso il nome, si prese cura di lui mentre i suoi genitori lavoravano per intere giornate in una fabbrica di maglioni.

Nel 1991 l'esercito serbo attaccò un villaggio vicino Modrici e catturò il nonno Luka, impegnato a lavorare con il suo bestiame, che fu giustiziato insieme ad altri 5 anziani del posto. Il giovane futuro calciatore della nazionale croata fu costretto, insieme alla propria famiglia, a scappare nella città di Zara, sul mar Adriatico, dove visse anni di paura e terrore a causa delle numerose bombe che piovevano sulla città, di pallottole che laceravano l'aria quotidianamente e campi e strade minate dovunque.

Costretto per sette anni a vivere in hotel economici, senza elettricità o acqua corrente, Modric superava giornate difficile dando calci ad un pallone bucato, indossando parastinchi in legno, nei parcheggi della città che lo ospitava. Lui stesso ha detto che "erano tempi difficili. Li ricordo vividamente, ma non è qualcosa a cui vuoi pensare.

La guerra mi ha reso più forte".

Non famoso come Modric, ma altrettanto provato e "forgiato" dalla guerra dei Balcani, è Vedran Corluka, giocatore attuale del Lokomotiv Mosca e miglior amico di Luka. Nel 1992 Corluka ha visto la propria cittadina di Modran letteralmente annientata dalle milizie bosniache e fu costretto, a soli 6 anni, a scappare a Zagabria, capitale della Croazia. "C'era morte e distruzione", ha rivelato Corluka in un'intervista, "quando lo vivi personalmente i problemi di ogni giorno sembrano insignificanti".

Un altro giocatore familiare ai tifosi inglesi, il difensore del Liverpool Dejan Lovren, aveva addirittura 3 anni quando insieme alla propria famiglia scappò dalla Croazia per raggiungere il nonno a Monaco di Baviera.

Lovren ricorda ancora, con la paura negli occhi, le notti di terrore vissute nel suo paesino natale di Kraljeva Sutjeska:"Quando sentivo il suono delle sirene temevo che una bomba sarebbe caduta su di noi. Siamo stati fortunati perché mio nonno aveva i documenti e potevamo trasferirci in Germania. Se non lo avessimo fatto, tutta la mia famiglia sarebbe stata sterminata".

Come Dejan Lovren, anche Mario Mandzukic, attaccante della Juventus, e Ivan Rakitic, centrocampista del Barcellona, sono cresciuti in esilio, rispettivamente in Germania e in Svizzera, dopo essere scappati dal proprio paese.

Il portiere Danijel Subasic, uno degli eroi della Croazia per la sua capacità, sin qui, di effettuare parate decisive ai rigori negli ottavi e quarti di finale della competizione iridata, ha, come i suoi compagni, ancora oggi il terrore delle bombe che cadevano sulla città di Zara, dov'è cresciuto.

Oggi la Croazia è un paese sicuro e bellissimo, meta delle vacanze di italiani e europei affascinati da storia, tradizione e perle naturali, in primis il mare azzurro e cristallino che si insinua tra le numerose e piccole isole, veri e propri gioielli del Mar Adriatico. La popolazione di soli 4 milioni di abitanti sta vivendo un sogno insperato e irripetibile, dopo che anni di guerre hanno gettato una lunga ombra di povertà e tristezza sul paese. La finale di Russia 2018 con la Francia è ormai una certezza, ma i fieri calciatori croati hanno voglia di completare l'opera e scrivere nuovamente la storia, questa volta senza paura e da protagonisti.