Quando Cesare Prandelli convocò Osvaldo in Nazionale nel 2011, la scelta dell'allora CT azzurro venne aspramente criticata dal deputato leghista Davide Cavallotto che definì l'Italia calcistica "una pensione per gli oriundi". Qualche anno dopo Matteo Salvini si sarebbe scagliato contro Thiago Motta, sostenendo che "con l'Italia non c'entra un fico secco". Verrebbe da dire che i leghisti, nemmeno troppi anni addietro, erano i primi a sparare a zero sull'Italia e sul tricolore, ma ci limitiamo a sperare che ognuno si ricordi di fare il suo mestiere ed occuparsi del suo ambito.

Se poi qualche politicante di estrema destra tira fuori questioni di becero nazionalismo, gli ricorderemo che Benito Mussolini in persona si faceva meno problemi. Nelle nazionali italiane che, sotto il regime fascista, vinsero i Mondiali del 1934 e 1938 gli oriundi c'erano e c'era anche una certa cura nel scegliere i migliori per fargli vestire la maglia azzurra.

Curiosità e statistiche

Nell'Italia del '34 erano cinque i giocatori naturalizzati: Monti, Guaita, Orsi, Demaria e Guarisi ed i primi tre erano titolari inamovibili. Quattro anni dopo la truppa degli oriundi aveva un solo rappresentante in Miguel Andreolo. A conti fatti, visto che nel 2006 c'era Mauro Camoranesi, l'unica Nazionale italiana campione del mondo senza oriundi è stata quella del 1982.

In totale, i giocatori non italiani di nascita che sono stati convocati in Nazionale dal 1910 ad oggi sono 46. Tra questi il citato Camoranesi detiene con 55 gettoni il record di presenze e precede in questa speciale classifica Orsi e Thiago Motta, rispettivamente a quota 35 e 30 gare disputate. Julio Libonatti detiene invece il primato delle marcature, 15 in 17 partite, una media straordinaria.

Luis Monti è l'unico calciatore ad aver giocato due finali iridate con due Nazionali diverse: nel 1930 con l'Argentina e nel 1934 con l'Italia. Alcide Ghiggia e Juan Alberto Schiaffino, invece, vestirono la casacca azzurra dopo aver conquistato un titolo mondiale, quello del 1950 con l'Uruguay sul quale misero la rispettiva firma in calce. Il celebre 2-1 della Celeste sul Brasile allo stadio Maracanà, infatti, fu deciso da una rete a testa da parte dei futuri nazionali italiani.