Dal rischio eliminazione alla finalissima della Coppa del Mondo. Ad ottobre la Croazia era ad un passo dal ‘baratro’ come l’Italia di Ventura. La classe di Modric, il talento di Rakitic, la qualità di Perisic e Mario Mandžukic non furono sufficienti per vincere il girone e conquistare il pass mondiale. Il pari di Zagabria contro la già eliminata Finlandia sembrava quasi una sentenza. Al termine della partita i vertici del calcio croato non ci hanno pensato due volte ed hanno dato il benservito al tecnico Cacic per affidare la panchina a Zlatko Dalić con l'obiettivo di assicurarsi quanto meno il play off.
In poco tempo l’ex allenatore degli emiri dell’Al-Ain è riuscito a ricompattare il gruppo ed a liquidare la pratica Ucraina. La fortuna aiuta gli audaci e agli spareggi la Croazia ha incrociato una Grecia lontana anni luce da quella che trionfò ad Euro 2004. I ragazzi di Dalić regolano la pratica già al Maksimir di Zagabria con un perentorio 4 a 1 con Modric e Perisic ed il redivivo Nikola Kalinic sugli scudi (poi spedito a casa dal ct croato).
L'esonero di Cacic dopo il pareggio con la Finlandia
Il ritorno in Grecia è una formalità e termina con un pareggio con poche emozioni. La Croazia vola in Russia grazie alla coraggiosa decisione della federazione di cambiare l’allenatore alla vigilia dell’ultima delicata partita della fase eliminatoria.
Audacia che è mancata alla Figc che, dopo la disastrosa sconfitta con la Spagna, ha deciso di andare avanti con Giampiero Ventura. Svolta tecnica che Tavecchio non ha preso in considerazione dopo il deludente pareggio con la Macedonia il sei ottobre a Torino. Al guizzo di Giorgio Chiellini aveva risposto il palermitano Trajkovski con il ct che sembrava sfiduciato dalla squadra.
Il vertice tra i ‘senatori’ al termine della partita la conferma che qualcosa si era rotto.
Il parallelo con l'Italia di Ventura
Nonostante i malumori del gruppo l’Italia non ha cambiato rotta e si è giocato lo spareggio mondiale con Ventura in panchina. L’epilogo, al netto degli episodi sfortunati, è stato inevitabilmente nefasto.
Un’autorete di De Rossi ha spinto la Svezia verso Russia 2018. Agli azzurri non è rimasto che recriminare per un palo di Darmian e recitare il mea culpa per non essere riusciti a sfondare il muro scandinavo a Milano. Alla fine l’Italia è rimasta a casa mentre la lungimirante Croazia ha piazzato il primo importante tassello verso la finale di Mosca contro la Francia.