Lazio-Milan finisce 0-0 e dunque la qualificazione alla finale di Coppa Italia 2018-2019, si deciderà nel match di ritorno del prossimo 24 aprile a San Siro. Quella andata in scena all'Olimpico è stata una partita aperta fino alla fine, che non è mai apparsa scontata. Le due squadre si sono date battaglia dopo una leggera fase di studio e entrambe hanno cercato di fare la propria partita. L'occasione più pericolosa del match è stata un palo colpito da Immobile a dieci minuti dal termine della partita, ma se l'attaccante laziale avesse segnato, il gol sarebbe stato annullato per un fuorigioco millimetrico dello stesso bomber.

Per quanto riguarda il Milan c'è da registrare un colpo di testa di Piatek nel finale che è terminato alto e niente più: Strakosha non ha fatto neanche una parata.

Lazio corsa e grinta

Sono la corsa e la grinta le due qualità messe in campo dai biancocelesti e che ai punti hanno fatto si che la squadra di Inzaghi meritasse un po' di più rispetto al Milan. L'intuizione del tecnico laziale è stata quella di schierare sugli esterni del 3-5-2 iniziale due giocatori di corsa come Romulo e Lulic, i quali hanno creato spesso superiorità numerica mettendo in difficoltà il Milan. Ma oltre questo, la Lazio è stata brava a chiudere tutti gli spazi, andando ad aggredire le mezzali rossonere e facendo si che la squadra di Gattuso riuscisse a sviluppare l'azione soltanto per vie centrali e con Bakayoko.

Cosi facendo la squadra di Inzaghi, ha recuperato spesso palla e quando non ha allargato il gioco si è trovata spesso ad essere pericolosa anche per vie centrali. Tutto questo grazie alla velocità e alla buona tecnica di Correa, schierato al fianco di Immobile e che insieme al compagno di reparto ha messo spesso in difficoltà la retroguardia rossonera.

La Lazio è stata pericolosa nella parte centrale del primo tempo, sfondando facilmente sulla fascia destra grazie a Romulo e a Patric, che spesso ha accompagnato l'azione da dietro ed è anche riuscito ad andare al tiro, ma la palla è sfilata sul fondo alla destra di Donnarumma. Come accaduto anche in altre due occasioni sempre nella prima frazione di gioco.

Nella ripresa la Lazio è calata alla distanza, riuscendo ad essere pericolosa nel finale con il palo di Immobile e un tiro di Caicedo - subentrato allo stesso attaccante napoletano - deviato in angolo.

Passando ai singoli, bene anche Milinkovic-Savic - andato spesso al tiro - e Acerbi, bravo a tenere a bada Piatek, facendo sì che il polacco non fosse mai pericoloso.

Milan, tutto qui?

Al contrario della Lazio, il Milan ha avuto meno occasioni da gol ed ha subito molto la dinamicità dei biancocelesti. Il pressing della Lazio, oltre a costringere Bakayoko all'impostazione dell'azione, ha indotto spesso i rossoneri al lancio lungo alla ricerca di Piatek. una tattica che in parte poteva anche starci vista la sofferenza dei rossoneri, ma che alla lunga, ha fatto sì che questa sia stata la giocata che veniva ricercata principalmente dal Milan.

Poche volte i rossoneri sono riusciti a sviluppare l'azione con i terzini - tolta qualche discesa di Calabria nella ripresa - e soprattutto Laxalt è apparso spesso in difficoltà. Come il suo compagno di squadra Suso, apparso troppo statico. Va anche detto che la perdita di Kessiè per infortunio ha complicato un po' le cose tra le fila rossonere, ma anche Gattuso al termine del match, era consapevole del fatto che il Milan non ha certo fatto la sua miglior partita e che può fare molto di più.