Tecnica, corsa, gioco di squadra, fisicità, solidità e profondità. Sono questi gli elementi chiave che stanno rendendo la Croazia una delle squadre più forti tra quelle che si sono viste sin qui a Russia 2018. Una squadra che non può essere più considerata una sorpresa e che, anche all'inizio, veniva vista come la possibile rivelazione di questo torneo. Una squadra, quella allenata da Dalic, che sin qui ha realizzato cinque gol senza subirne ed è meritatamente prima a punteggio pieno nel suo girone, che comprende anche l'Argentina.

Tecnica e corsa: per la Croazia mix di un centrocampo perfetto

Basta vedere alcuni degli interpreti del centrocampo croato per capire perché questo reparto sia tra i migliori e tra i più completi del mondiale e soprattutto perché sia il punto di forza di questa squadra. Ivan Rakitic e Luka Modric sono i due perni del del 4-2-3-1 di Dalic ed interpretano molto bene i rispettivi compiti, facendo girare la propria squadra attorno a loro. Rakitic fa entrambe le fasi, agendo da diga in fase difensiva e recuperando molti palloni che spesso gioca facendo ripartire l'azione. Ed è qui che entra in gioco Luka Modric: a differenza di quello che fa nel Real Madrid, il numero dieci croato, in nazionale agisce da trequartista e non da mezzala.

Giocando trenta metri più avanti di quello che fa nella sua squadra di club, permette alla Croazia di sviluppare meglio il suo gioco negli ultimi trenta metri di campo, aumentando di molto la pericolosità della sua nazionale.

Modric, grazie alla sua tecnica, è in grado di saltare gli avversari e quindi di servire più agevolmente i propri compagni di squadra.

Creando questa superiorità numerica infatti, spesso gli attaccanti si trovano a giocare l'uno contro uno con il difensore avversario, oppure si ritrovano direttamente davanti al portiere. Ed è qui che entrano in gioco altri elementi di quelli citati all'inizio.

Profondità: gli inserimenti di Kramaric e Rebic

Gli attaccanti croati si muovono molto senza palla e questo aspetto facilita molto il gioco e l'impostazione della manovra da parte dei centrocampisti.

Muovendosi nello spazio, si porta il regista a giocare a due tocchi e questo ha come conseguenza una maggiore velocità e fluidità di gioco. Nello specifico la squadra Dalic sfrutta molto gli inserimenti senza palla dei due esterni d'attacco Kramaric e Rebic, (quest'ultimo in gol contro l'Argentina), i quali a loro volta beneficiano dei movimenti della punta centrale, (Mandzukic), che viene incontro. Altre volte invece, i due esterni si allargano creando ampiezza e ricevono i passaggi dei centrocampisti, lasciando a Mandzukic il compito di attaccare la profondità in attesa dei loro cross. Fino ad ora la Croazia ha fatto vedere un'ottima sincronia di gioco e nei propri movimenti e per lei parlano i risultati.

Fisicità: tutti i croati sopra un metro e ottanta di altezza

Un altro elemento sul quale può contare la squadra di Dalic è la fisicità. Infatti tutti i giocatori arrivano al metro e ottanta di altezza e forse soltanto Modric è leggermente più basso. Questo aspetto è molto importante, perché permette ai giocatori croati di avere un ulteriore vantaggio rispetto agli avversari e cioè quello di poter contare sulla propria forza fisica, che a volte è un elemento determinante sia in attacco che in difesa, dove la Croazia non ha ancora subito gol. infatti il duo Lovren-Vida, garantisce una grande solidità. Gli unici due aspetti di una squadra quasi perfetta che andrebbero migliorati sono la poca sicurezza e affidabilità del portiere Subasic e il ritmo a volte troppo basso per la qualità dei propri giocatori.