La Juventus spesso lascia un segno indelebile nei giocatori che hanno militato nelle sue fila e tra questi c'è anche Simone Pepe, il quale dopo aver fatto gavetta in Serie A e B è approdato alla Juve nel 2010 e vi è rimasto fino al 2015. Il centrocampista ha parlato dei suoi trascorsi in bianconero, soffermandosi sul confronto tra i due allenatori che hanno riportato il club nel "gotha" del calcio, nell'intervista rilasciata al sito di Gianluca Di Marzio.

La gestione Conte

Assodato che con il suo approdo all'ombra della Mole ha coronato un sogno, il giocatore ha sottolineato che tra i bianconeri si apprende cosa vuol dire possedere una mentalità vincente. L'intervistato, ricorda l'arrivo di Conte, considerato l'uomo giusto per il momento difficile che attraversava la società. Con il tecnico pugliese sono entrati a far parte della rosa Pirlo, Vidal, Vucinuc e Lichtsteiner, giocatori esperti pronti a risollevare una squadra proveniente dai postumi di Calciopoli. In prima battuta l'allenatore ha puntualizzato che tutti dovevano seguirlo, altrimenti sarebbero rimasti fuori dai giochi.

Durante le partite, dopo 30 secondi iniziava a dimenarsi e ad urlare per sottolineare gli errori e all'indomani mostrava i video ai giocatori per non ripetere gli stessi sbagli le prossime volte. Se qualcuno non era d'accordo con lui, alla fine della riunione si uniformava all'opinione del mister: 'Eravamo convinti del fatto che avesse ragione lui'.

Confronto tra Allegri e Conte

Dopo tre anni Conte, in una calda giornata di luglio 2014, ha annunciato il divorzio dalla Vecchia Signora, lasciando sbigottito il pianeta bianconero che non si aspettava la rescissione. La società, però ha individuato in Massimiliano Allegri la persona giusta per proseguire la crescita del gruppo e anche in quel caso non ha sbagliato.

Con Max il clima è cambiato, infatti rispetto ad alcuni anni prima il momento era diverso: se l'ex centrocampista bianconero doveva ricostruire, il livornese aveva il compito di consolidare. Il gruppo era ormai ben avviato, tanto che al primo anno di gestione dell'ex Milan, è stata conquistata la finale di Champions League, persa poi a Berlino contro il Barcellona.

Su questo Simone Pepe ha ricordato che il compito del nuovo tecnico è stato quello di inculcare nei giocatori la consapevolezza del loro valore, per cui raccomandava sempre determinazione, pazienza e ordine nel creare le azioni di gioco. Se sbagliare un gol per Allegri non è la fine del mondo ma l'importante è non innervosirsi e cercare di creare nuove occasioni, per Conte invece fallire è inaccettabile: 'Se sbagliavamo un gol dovevamo restare calmi e prepararci a un nuovo attacco. Conte al contrario in quei casi diventava una furia'.