L'edizione odierna del giornale milanese 'La Gazzetta dello sport' ha presentato la versione agli atti della Società Sportiva Calcio Napoli, del presidente Aurelio De Laurentiis, per quanto riguarda l'ammutinamento dello scorso 5 novembre, avvenuto subito dopo la gara di Champions League, contro il Salisburgo.

La ricostruzione della SSC Napoli

In particolare, il deposito delle sentenze ha fatto riemergere la sentenza e alcuni particolari davvero inediti di quella famosa notte. Secondo la ricostruzione della società azzurra, subito dopo la partita contro il club austriaco, i calciatori rappresentati dal capitano Lorenzo Insigne avevano comunicato l'indisponibilità a pernottare a Castelvorturno, per il ritiro.

Successivamente, dopo questa scottante comunicazione, ci fu una discussione molto accesa, in cui il direttore sportivo Cristiano Giuntoli comunicò ai calciatore partenopei che così facendo violavano gravemente il contratto con la società azzurra.

Ma nonostante questi avvertimenti, gran parte dei calciatori aveva inveito contro il club e il capitano azzurro Lorenzo Insigne aveva addirittura intimato il vice-presidente Edoardo De Laurentiis ad uscire dallo spogliatoio. Ovviamente, l'intimazione di questo allontanamento non è assolutamente avvenuta in maniera gentile, e l'attaccante azzurro gli avrebbe rivolto anche alcune parole ingiuriose.

La situazione multe è ancora in stallo

Dopo oltre 100 giorni, dall'incresciosa vicenda che ha creato un danno d'immagine enorme alla società azzurra, nulla ancora è stato risolto e le parti in causa continuano ad essere molto distanti.

Ma il motivo, non riguarda solo gli oltre 2 milioni di euro di multe che il club partenopeo ha richiesto di far pagare ai suoi calciatori. Perché fra le righe, c'è soprattutto l'accusa molto più chiara, di alcune clausole del contratto che sarebbero state violate. Queste ultime sarebbero state depositate contestualmente al contratto e quindi sarebbero parte integrante dello stesso.

I calciatori ovviamente, lo sapevano e quindi hanno compiuto un'azione premeditata e clamorosa nei confronti della società. E questa azione è stata altamente lesiva per l'immagine del club di Aurelio De Laurentiis.

Dunque, la minaccia incombente della causa civile per danni (vale almeno un quarto dell'ingaggio annuale), resta ancora sulla testa di ogni singolo calciatore azzurro, tesserato con la società.

L'unico immune alla situazione è Malcuit, in quanto infortunato, e non presente la notte del 5 novembre. Quindi, in conclusione, è inutile dire che la questione non pesa sul campo, così come pure sui rinnovi contrattuali.