Il Milan smentisce l'accordo con Ralf Rangnick per la prossima stagione. Secondo il quotidiano francese l’Equipe, citato da La Gazzetta dello Sport, il tedesco era pronto a diventare allenatore e ds rossonero da giugno. Il tutto con un accordo tra le parti già sottoscritto, con tanto di penale a tutela degli interessati.

Ralf Rangnick, il Milan avrebbe detto no

Una voce che certamente non garantisce serenità al tecnico Stefano Pioli, impegnato nella difficile missione di salvare una stagione nata male, e certamente motivato in tutto questo da un’ipotesi di conferma.

La Gazzetta dello Sport oggi in edicola riporta la posizione della proprietà del Milan, Elliot, che smentisce seccamente le voci dopo aver ribadito in passato di voler giudicare il lavoro dello stesso Pioli solo a fine stagione.

Massimo Allegri resterebbe la prima scelta

Molto passerà ovviamente per gli obiettivi. Il Milan si giocherà il ritorno di Coppa Italia con la Juventus con una formazione rimaneggiata, mentre in campionato la Champions League è distante 10 punti. Tuttavia, secondo La Gazzetta dello Sport, la volontà della dirigenza è ritoccare la squadra in estate, ma affidarsi ad una guida tecnica che sia garanzia di successo. Da qui l’assalto a Massimiliano Allegri, individuato come prima scelta.

Dunque, non Ralf Rangnick, per il quale La Gazzetta dello Sport riporta le parole di Paolo Maldini: "Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo sia il profilo giusto per il Milan".

La carriera di Ralf Rangnick

Classe 1958, una carriera da calciatore di secondo piano, Ralf Rangnick ha vinto in carriera un campionato tedesco di Seconda divisione con l’Hannover, per poi conquistare una Coppa di Lega, una Coppa di Germania e una Supercoppa con lo Shalke 04.

Lasciò la squadra di Gelsenkirchen nel settembre del 2011 per ragioni di salute, per rilanciarsi poi nella scalata del Lipsia, dove anche da direttore sportivo è volato dalla seconda divisione sino alla qualificazione in Champions League.

Una squadra costruita con sapienza e grande intuizione, e che ieri ha conquistato la vittoria nella gara di andata degli ottavi di finale della massima competizione europea in casa del Tottenham, finalista dell’ultima edizione, con una rete di Timo Werner su rigore nella ripresa.

Chiusa l’esperienza in Germania, attualmente è head of sport and development soccer del gruppo Red Bull. "Se il tedesco avrà realmente delle chance (in rossonero, ndr) significherebbe aver assistito all'ennesima rivoluzione societaria: non sarebbero gli attuali dirigenti a decidere il prossimo allenatore, ma l'amministratore delegato. Un ribaltone che oggi non è credibile". La figura dell'allenatore-ds, in Italia, non ha precedenti nel nostro campionato. Ma si sposerebbe appieno con la filosofia dell'ad rossonero Gazidis, che per quasi dieci anni concesse il ruolo a Wenger all'Arsenal.