Campionato di Serie A fermo fino al 3 aprile. E adesso dal punto di vista sportivo che cosa succede? Questo blocco delle competizioni, sancito dal decreto del Governo firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte fa sì che le due giornate di campionato programmate nei fine settimana del 14 e 15 marzo e del 21 e 22 marzo non si giocheranno. Come non ci saranno nemmeno i recuperi delle sfide non disputate che erano fissate per il 18 marzo. Il pallone, almeno nelle competizioni italiane, non rotolerà più sui prati almeno (è proprio il caso di dirlo) fino al 3 aprile.

Lo scenario da qui al termine della stagione e il possibile slittamento del campionato Europeo

Si possono azzardare mille ipotesi. Il campionato potrebbe, se la situazione del contagio da Covid-19 nel frattempo sarà migliorata, ripartire sabato 4 aprile. Già qui c'è un ulteriore dubbio oltre al fatto se si giocherà davvero o no. Si riprende da dove ci si era stoppati facendo scorrere tutte le altre partite o si giocano quelle che erano previste in quel fine settimana facendo scorrere poi le altre di conseguenza? Il punto vero, analizzando l'aspetto sportivo, però è un altro: quando si potrebbero recuperare tutte le partite saltate nel frattempo in una situazione di calendario già super intasato?

Non ci sono date per inserire le giornate che verranno saltate da qui a venerdì 3 aprile e nemmeno per i recuperi. Non parliamo della Coppa Italia che, forse, in questo momento è l'ultimo dei problemi e che potrebbe essere anche giocata ad agosto al via della nuova stagione agonistica. L'ultima settimana di maggio ha anche il problema che ci saranno le finali di Champions League e Europa League: se anche si dovesse decidere di porre gare in quella settimana - facendo saltare il pre-ritiro della Nazionale in vista degli Europei - se ci saranno squadre italiane nelle finali continentali come si potrebbe procedere?

Già Euro 2020. Il campionato europeo, al via il 12 giugno da programmi, può diventare la chiave di volta. Se l'Uefa decidesse di farlo slittare all'autunno o addirittura di un anno riprogrammandolo nell'estate 2021 il campionato, una volta superata questa situazione di emergenza, potrebbe ripartire regolarmente e andare fino alla fine di giugno concludendosi così regolarmente.

I diversi possibili scenari se il campionato non dovesse terminare

La domanda che si pongono i tifosi è chiara: se il campionato finisse adesso e non ci fosse la possibilità di riprenderlo che succede per scudetto, qualificazioni europee e retrocessioni? Se l'epidemia non si dovesse fermare e si fosse costretti a dichiarare terminati i campionati, si verificherebbe un caso inedito nella storia della serie A dal 1915. Lo statuto non dà indicazioni. La classifica potrebbe disegnarla il Consiglio Federale ma quasi sicuramente non sarebbe assegnato lo scudetto a nessuno. In Champions potrebbero andare le prime quattro attualmente in classifica con quinta, sesta e settima in Europa League. Ci sarà anche grande battaglia sul discorso retrocessioni: è immaginabile che nasca una forte spinta per il congelamento e nessuna squadra che scenderà in serie B.

Con 12 giornate ancora da giocare sarebbe forse ingiusto e troppo penalizzante spedire qualcuno nella serie cadetta. Possibile che rimangano in A le 20 squadre attualmente in massima serie a cui si aggiungerebbero in un campionato a 22 le prime due della serie B che hanno titolo per essere promosse. Con lo stop dei campionati non si potrebbero fare i play off previsti in B e quindi nessuna terza promossa.

Champions ed Europa League al momento si continueranno a giocare anche in Italia: il governo ha inserito nel decreto una deroga poi se il contagio si estendesse in maniera importante anche nel resto dell'Europa sarà l'Uefa a decidere se bloccare tutto o no.