L'ex tecnico dell'Inter José Mourinho si è raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, soffermandosi in particolar modo sulla sua esperienza professionale con la società di Moratti. Il portoghese ha guidato l'Inter per due stagioni, quella 2008-2009 e la successiva 2009-2010. Nella sua ultima stagione raggiunse il famoso 'triplete', con il decennale dal trionfo celebrato proprio in questo giorni. Il 22 maggio infatti è una data molto importante per i tifosi dell’Inter, ricorrenza del successo in Champions League contro il Bayern Monaco.

Mourinho ha raccontato alcuni aneddoti, fra cui quello che riguarda un post sconfitta di campionato contro l'Atalanta, risalente a gennaio 2009. In quell'occasione l'Inter aveva subito una pesante disfatta a Bergamo per 3 a 1. Mourinho ha raccontato: "Fui molto violento con i giocatori. Solo dopo aver detto loro che avevano vinto scudetto di m...a e basta capii che li avevo feriti, perché solo dopo capii le cose che erano successe prima. E mi scusai”.

'All'Inter c'era gente che aspettava uno come me per completare il puzzle'

José Mourinho, proseguendo la sua intervista, ha dichiarato: "All'Inter c'era gente che aspettava uno come me per completare il puzzle. Io non sono mai un fake, sono originale, sono io e punto".

Il portoghese ha voluto poi spiegare il significato della frase "Il rumore dei nemici", spesso utilizzata dal tecnico durante le conferenza stampa nel pre e post-partita all’Inter. Ha infatti dichiarato: "Il rumore dei nemici che poi piangevano era bellissimo".

'Io volevo andare al Real Madrid'

Un rumore, quello dei nemici, che per José Mourinho nasconderebbe di fondo la paura dell'avversario.

L'ex allenatore dell'Inter ha poi svelato il motivo per cui aveva deciso di non tornare a Milano in seguito alla vittoria della Champions League disputata a Madrid: aveva, infatti, il timore che i tifosi della società lo convincessero a rimanere all'Inter. La sua volontà invece era evidente:

"Io volevo andare al Real - ha affermato - mi voleva già l’anno prima".

Mourinho ha sottolineato che una società gloriosa come quella spagnola non si dovrebbe rifiutare più volte, e lui l'aveva già fatto mentre era alla guida del Chelsea.

Il tecnico portoghese ha poi spiegato il suo obiettivo professionale, almeno nei primi anni da allenatore, dichiarando: "Allora volevo essere il primo tecnico a vincere il titolo nazionale in Inghilterra, Italia e Spagna". Da questo desiderio, il motivo per cui spesso ha voluto cambiare panchina. Attualmente invece i suoi obiettivi sono cambiati: "Oggi forse potrei stare 4-5-6 anni nello stesso club", ha concluso così il tecnico del Tottenham.