Dopo oltre tre giorni dalla finale di ritorno dei play-off, prosegue il clima di festa per lo Spezia per la storica promozione in Serie A. Dopo la vittoria in trasferta all’andata per 1-0, gli aquilotti hanno perso 0-1 al ritorno (gol di Rhoden nella ripresa), ma sono stati promossi grazie al miglior posizionamento in classifica.
Un salto di categoria meritato per la squadra di Italiano, che aveva chiuso al terzo posto il campionato. E ora a La Spezia si inizia a programmare quello che sarà il primo campionato di massima serie della lunga storia bianconera.
Un po' di storia dello Spezia
Il 10 ottobre 1906 un commerciante svizzero di nome Hermann Hurni dà vita, insieme ad altri suoi connazionali, alla sezione 'football' dello Sport Club Spezia. 114 anni si sono resi necessari alla provincia ligure per portare la squadra della città nella massima competizione nazionale.
Un secolo e più di storia densa di fatiche ed imprese, vissuta e sudata da e sulla pelle di un popolo, quello aquilotto, per definizione chiuso, esigente, "mugugnone" (come dicono a La Spezia per indicare chi si lamenta troppo spesso). Una storia ciclica, ma in costante ascesa: la fatica per emergere dal fango del calcio dilettantistico; per salire dalla C2 alla C1; il sogno della B.
Poi nuovamente il buio: la crisi societaria, il fallimento, la fanghiglia dei campi di provincia che sommerge, ma non intacca, il tifo spezzino.
Ed infine una nuova rinascita, la più splendente, culminata nella finale play-off contro il Frosinone. Spareggi a cui ormai sulla riva del Golfo del Poeti si erano mestamente abituati: lo Spezia era infatti, prima del 20 agosto 2020, la squadra ad aver disputato più edizioni dei play-off di Serie B senza vincerli, nonché la società che vantava più anni di militanza consecutiva nella serie cadetta.
La Serie A
E pensare che sabato 5 ottobre 2019, alle ore 17:05 la squadra ligure aveva 4 punti in classifica dopo 7 giornate, la Serie A era un miraggio e la Lega Pro, invece, rappresentava invece un incubo da evitare. Lo scetticismo intorno al nome di Vincenzo Italiano, chiamato a far dimenticare il bel calcio espresso dallo Spezia di Pasquale Marino, era sul punto di tramutarsi in una furente critica il cui esito pareva inevitabilmente l'esonero.
Merito della società è stato difendere l'allenatore ed un progetto condiviso e firmato da Guido Angelozzi, con un gioco offensivo, il lancio di tanti giovani ed un monte ingaggi sostenibile, senza comunque voltare le spalle al mercato estero. Così lo Spezia ha scalato posizioni e dalla penultima posizione si è ritrovata, a poche giornate dalla fine, a giocarsi addirittura la promozione diretta (sfumata per qualche pareggio di troppo). il 2-0 in casa del Chievo Verona ha poi aperto il saliscendi emotivo culminato con la sofferta finale vinta contro il Frosinone.
E ora è quindi Serie A per una città che la attendeva da ben 114 anni di storia.