La questione Inter-Nazionali continua a tenere banco in casa nerazzurra, dove la squadra è ancora ferma dopo aver riscontrato cinque positività al coronavirus: quattro tra i giocatori della rosa (Danilo D'Ambrosio, Ionut Radu, Matias Vecino e Stefan De Vrij) e una in un membro dello staff.

Se i tamponi molecolari effettuati nella giornata di domenica 21 marzo dessero tutti esito negativo, l'attività di allenamento della squadra riprenderebbe già da questo lunedì 22. Quel che Antonio Conte però si domanda è se le sedute ripartirebbero eventualmente con o senza i giocatori interisti convocati dalle rispettive nazionali per la finestra di qualificazioni ai mondiali del 2022.

Sullo scontro Inter-Nazionali non può che pesare ora il parere dell'Ats di Milano, che aveva predisposto tutte le misure necessarie per contenere il focolaio nella squadra, tra le quali il divieto di disputa per Inter-Sassuolo del 20 marzo.

L'autorità sanitaria concederà, in caso di tamponi tutti negativi, il via libera ai nazionali per partire e l'Inter sarebbe contrariata per questo, memore di quando Skriniar, Bastoni, Brozovic e Kolarov tornarono positivi dalla sosta di settembre.

Inter: chi sono i giocatori chiamati dalle Nazionali?

Come è ormai noto, le Federazioni stanno spingendo perché i loro nazionali di proprietà dell'Inter raggiungano i rispettivi raduni e scendano in campo per le gare di questa sosta.

A fare pressioni, in particolare, sono il Belgio per Romelu Lukaku, la Slovacchia per Milan Skriniar, la Danimarca per Christian Eriksen, la Croazia per Marcelo Brozovic e Ivan Perisic. Se i suddetti tamponi mostrassero sole negatività, probabilmente tra le "pressanti" si inserirebbe anche il Marocco, che spera di poter contare sulle prestazioni di Achraf Hakimi.

Queste federazioni potrebbero appoggiarsi sul fatto che a un lavoratore straniero in quarantena fiduciaria è consentito il rientro al proprio paese d'origine. Ovviamente, nel caso dei calciatori nerazzurri, sarebbero costretti a viaggiare con mezzi privati, a rispettare la quarantena fino al 31 marzo, muovendosi solo fra casa e campo d'allenamento.

Restano invece bloccati ad Appiano Alessandro Bastoni, Nicolò Barella e Stefano Sensi, per i quali la FIGC cercherà essa stessa un'intesa con l'Inter.

Inter-Nazionali: le due diverse posizioni nella contesa

Come detto, l'ATS consentirebbe sì ai nazionali nerazzurri di partire verso i propri paesi per i raduni, costringendoli però fino al 31 marzo a spostamenti solo tra casa e centro d'allenamento. E su questo fa leva l'Inter, la quale ritiene che i suoi calciatori, per via della quarantena, non avrebbero dunque il permesso di viaggiare verso terzi Paesi per le partite in trasferta, tantomeno con mezzi condivisi con il resto della squadra. D'altra parte c'è la posizione delle Nazionali. Infatti, non bisogna dimenticare che queste disposizioni sono state date dalle autorità sanitarie italiane, milanesi in particolare.

Una volta all'estero, in teoria, i calciatori della "Beneamata" passerebbero sotto la giurisdizione delle regole previste nei rispettivi Paesi d'origine, la cui compatibilità rispetto a quelle italiane resterebbe completamente da vagliare. L'Inter teme dunque che, oltre a non poter impedire la partenza dei convocati, questi saranno "costretti" anche a prendere parte a tutte le gare da cui le loro rappresentative nazionali sono attese in questa finestra. Una cosa che preoccupa Antonio Conte in vista della corsa scudetto, nonostante la clamorosa sconfitta della Juventus contro il Benevento, che ha allontanato in maniera quasi definitiva la Vecchia Signora dalla corsa per il tricolore.