Milan Napoli, domenica 14 marzo alle ore 20:45, è una partita di grande suggestione che vale un posto in Champions, obiettivo dichiarato dei partenopei e anche dei rossoneri, i quali nel frattempo sperano in eventuali inciampi dei “cugini” interisti in ottica scudetto.

Non considerando la squadra di Conte, ci sono dei squadre sono in lotta per tre posti. Al momento il team di Gattuso sarebbe fuori. Certo deve recuperare (mercoledì) la gara con la Juventus, che s’incastra tra la trasferta del Meazza e quella romana contro i giallorossi. Un trittico terribile che dirà molto delle ambizioni del Napoli.

Il Milan, uscito "vincitore morale" dall’Old Trafford malgrado una formazione "rabberciata", conta di bissare la vittoria dell’andata che venne griffata dalla doppietta di Ibrahimovic.

Tanti assenti nel Milan

Il Milan benedice il calendario. Affrontare il Napoli non ammette distrazioni e il Manchester può aspettare. Testa quindi all’ex, indimenticato e indimenticabile, Rino Gattuso. Il problema di Pioli è sempre lo stesso, i troppi assenti, a cui si aggiunge la trasferta di giovedì in terra d’Albione, proficua ma stancante. Non c’erano Ibra, Rebic, Calhanoglu, Theo Hernandez, Bennacer, Romagnoli e Mandzukic. Probabilmente solo il fantasista turco e il fluidificante francese torneranno disponibili.

In difesa Kjaer, l’ "eroe" dell’Old Trafford, sarà affiancato da Tomori, centrocampo con lo stakanovista Kessie e Tonali. Il peso dell’attacco sarà sulle spalle di Leao, finora cinque volte a bersaglio in stagione in 21 presenze.

Il Napoli è in buon momento

Il Napoli viene da tre vittorie (inutile quella col Granada in Europa League) e un pari.

Ha recuperato posizioni, la zona Champions dista un solo punto ma con una partita in meno delle avversarie. Il programma prevede, dopo il Milan, mercoledì 17 la Juve e poi domenica 21 marzo la Roma all’Olimpico: un trittico decisivo.

Gattuso ha finalmente tanta scelta, soprattutto in attacco e medita di affidarsi a Osimhen come unica punta, supportato da Politano e Insigne, per poi giocarsi le carte Mertens e Lozano a partita in corso.

Nel reparto arretrato ballottaggi tra Mario Rui e Hysaj per la fascia sinistra e Manolas/Rrahmani; a centrocampo l’ex Babayoko pare favorito su Demme.

Le sfide degli anni Ottanta

Questo scontro riporta alla mente degli appassionati soprattutto le sfide di fine anni Ottanta che profumavano di scudetto. Maradona contro Van Basten e non solo, squadre stellari guidate da due mister dal carattere e dalla tipologia di gioco totalmente opposti. Arrigo Sacchi con il suo pressing asfissiante e la tattica del fuorigioco spinta a livelli parossistici e Ottavio Bianchi, stratega del calcio all’italiana, basato sull’abilità dei singoli.

Sono stati due i match all’ombra della Madonnina che hanno fatto epoca.

3 gennaio 1988, si gioca dopo la sosta natalizia: Careca gela il Meazza dopo 10 minuti, i rossoneri la ribaltano nel primo tempo con le reti di Angelo Colombo e Virdis, arrotondando nella ripresa grazie a Gullit e Donadoni. Finisce 4-1. A fine stagione i ragazzi di Sacchi vincono il titolo, espugnando anche lo stadio partenopeo il 1° maggio.

Due anni dopo altra vittoria schiacciante dei rossoneri, l’11 febbraio 1990 vanno a bersaglio Massaro, Maldini e Van Basten. Termina 3-0. Il Napoli si consola a fine stagione con il secondo scudetto della sua storia, la società allora guidata da Silvio Berlusconi vinse invece per il secondo anno consecutivo la Coppa Campioni.