Il dirigente milanista Paolo Maldini, storico capitano della squadra di via Aldo Rossi, ha rilasciato un'intervista nel post gara di Atalanta-Milan nella quale si è detto soddisfatto del traguardo raggiunto, ma anche che si tratta solo di un punto di partenza.

Il dirigente dichiara di non aver mai smesso di credere nel tecnico Stefano Pioli: "Non abbiamo mai messo in discussione Pioli, perchè quello che ha fatto il tecnico negli ultimi 15 mesi è sotto gli occhi di tutti".

L'intervista

Il dirigente rossonero si è presentato ai microfoni di Sky, enfatizzando il fatto di aver sempre creduto nella Champions: "Abbiamo meritato la qualificazione perchè non abbiamo mollato mai.

Siamo la squadra più giovane d'Italia e il nostro obbiettivo deve essere quello di far dimenticare il passato. Ci è stato richiesto di ringiovanire la squadra e abbassare il monte ingaggi, così dobbiamo ricercare una sorta di creatività e devo dire che l'abbiamo fatto. La società è stata a supporto del progetto che il mister e i ragazzi hanno interpretato al meglio. Questa mentalità di non prendere alibi è stata fondamentale perché ha creato qualcosa di speciale all'interno del gruppo".

La squadra ha dimostrato carattere di fronte le avversità: "Ci sono stati momenti difficili, ma non abbiamo rimpianti. Le cose si potevano fare addirittura meglio, ma credo che siamo stati premiati per le scelte di comportamento e di comunicazione.

È stata una cosa fatta di concerto con il gruppo, la quale ci ha salvaguardato proprio nei momenti meno fortunati".

Maldini parla del suo nuovo ruolo: "È diverso, ma anche io ho dovuto ritagliarmi il mio spazio. Devo molto a Leonardo, uno dei top dirigenti con cui ho iniziato questo percorso e che mi ha insegnato molto. Il Milan è una squadra giovane e, come tale, le chiaccherate con i giocatori sono molto più frequenti rispetto a quelle fatte con noi e i nostri dirigenti.

La cosa meno semplice è sicuramente cercare di coinvolgere al cento per cento tutti, anche i giocatori che si sentono di passaggio. La pandemia non ha facilitato l'integrazione con la città di Milano e con S.Siro pieno, infatti le cose che in passato ci hanno trasportato le abbiamo solo raccontate ai ragazzi, che ancora non le hanno provate sulla loro pelle.

Il mio ruolo richiede un lavoro giornaliero, dove si apprende in continuazione e personalmente mi trovo benissimo, quindi spero di continuare a farlo per tanto tempo".

L'ex terzino rossonero parla di mister Pioli, dopo averlo sempre difeso persino nel momento più delicato della stagione: "Non abbiamo mai messo in discussione Pioli, perché quello che ha fatto il tecnico negli ultimi 15 mesi è sotto gli occhi di tutti".

Sul caso Donnarumma non rilascia dichiarazioni: "non posso rilasciare nessuna dichiarazione, non lo ritengo giusto. Con Raiola abbiamo parlato poco, ma quando l'abbiamo fatto non abbiamo mai detto bugie alla stampa. Oggi non è il momento, dobbiamo goderci il successo e, tra l'altro, Donnarumma era uno dei più contenti: questa grande vittoria passa anche dalle sue parate decisive e dal suo modo di essere".

Cuore di drago, così chiamato da Carlo Pellegatti, parla della nuova linea societaria: "Non si tratta di un punto d'arrivo. Abbiamo fatto un percorso, ma il Milan deve essere stabilmente in Champions anche per competere a livello economico con gli altri club. Ormai il fatturato è quasi un'equazione rispetto al risultato e di conseguenza noi dobbiamo essere una costante in Champions come lo sono state il Napoli, la Roma, la Juventus e l'Inter negli ultimi anni".

Infine chiude, ribadendo il concetto di miglioramento continuo, esaltando le potenzialità dei singoli che ancora devono venir fuori: "Noi ci credevamo anche quando la sorte ci ha voltato le spalle: vedevo delle cose diverse nella prima parte della esperienza di Pioli che mi facevano pensare che i giocatori avevano le potenzialità di fare qualcosa in più rispetto a quello che già sapevano.

Nel calcio si vuole tutto e subito, ma non è così, ci vuole pazienza e sappiamo bene che è proprio quello che in quest'ambiente non esiste. Vi assicuro che questi ragazzi possono fare di più perchè a 19-21 anni non sei forte come a 25 e lo vedrete".