Le società di Serie A hanno riscontrato una situazione debitoria nel 2021-2022 pari a 1,6 miliardi di euro. A riportare la notizia della Gazzetta dello Sport che ha valutato anche lo stato patrimoniale delle società protagoniste del campionato italiano. La situazione debitoria è paragonabile al 2020-2021 con gran parte delle società che hanno attinto dalle banche ed in generale dai prestatori di denaro tramite prestiti tradizionali, bond, mutui, finanziamenti con garanzia Sace e fattorizzazione dei crediti.

La situazione è peggiorata rispetto a dieci anni fa, quando il debito totale era di circa 1 miliardo di euro.

In questa speciale classifica delle società più indebitate al primo posto spicca l'Inter, seguita dalla Roma. Migliora la Juventus, passata da -389 a -153 milioni di euro. Gestione virtuosa invece di Napoli, Fiorentina e Atalanta.

Situazione debitoria società di Serie A arrivata a 1,6 miliardi di euro

Come scrive La Gazzetta dello Sport la situazione debitoria della Serie A continua ad essere pesante confermando gli stessi numeri del 2020-2021. Sono 1 miliardi e 600 milioni di euro le perdite finanziarie delle società del campionato italiano, con l'Inter prima in questa speciale classifica con un valore negativo di 350 milioni di euro.

Meglio della società milanese ha fatto la Roma, con un -346 milioni di euro.

Miglioramento della Juventus, dal -389 milioni di euro del 2021 al -153 milioni di euro. La Juventus e la Roma hanno avuto il sostegno di aumenti di capitale da parte dei propri azionisti. 400 milioni di euro per la società bianconera, 206 milioni di euro per quella romana. Situazione ideale invece per il Napoli con +56 milioni di euro, Atalanta con +47 e Fiorentina con +44.

Una situazione economica non ideale quella del calcio italiano, una vera e propri stagnazione agevolata anche dalla situazione difficile dovuta ai diritti televisivi.

L'incremento degli stipendi arrivato a 2 miliardi di euro nel 2021-2022

La rosea sottolinea come pesi molto nella crescita dell'indebitamento delle società di Serie A anche l'aumento del costo del lavoro, ovvero degli ingaggi dei giocatori.

Dieci anni fa era di 1,2 miliardi di euro, nel 2018-2019 è arrivato a 1,8 fino ai 2 miliardi di euro del 2021-2022. Senza contare, sottolinea la Gazzetta dello Sport, che le società hanno ancora ammortamenti per i costi dei trasferimenti di 800 milioni di euro.

Una situazione evidentemente non facile, confermata di recente anche dal presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina. In una recente intervista ha dichiarato: 'La politica deve capire che esiste un mondo, che è quello dell’industria del calcio, dell’economia, che merita rispetto.Il mondo del calcio impatta per lo 0,58% da solo sul Pil del Paese'.