L'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, tramite un post su Facebook, ha affrontato vari argomenti connessi al calcio italiano inquadrato nel contesto europeo, al caso Juventus e a come la giustizia sportiva e il presidente della FIGC Gabriele Gravina abbiano affrontato la cosa. Commenti duri quelli di Moggi, che come al solito non si è lasciato andare a troppi giri di parole.

Luciano Moggi sulla crescita del calcio italiano

"Caro Gravina. Era bastata la qualificazione di tre club italiani alle finali europee: l’Inter in Champions, la Roma in Europa League e la Fiorentina in Conference, per rivedere titoloni nelle prime pagine dei giornali inneggianti alla tanto agognata rinascita del calcio italiano.

Ciò nonostante noi abbiamo sempre predicato cautela, poiché ritenevamo trattarsi di fenomeno che non avesse niente a che vedere con la crescita del nostro calcio, magari dipeso più dal buon lavoro e da migliori scelte esterofile di alcune società italiane che, nello stesso tempo, stavano però esagerando nell’impiego di giocatori stranieri'. Queste le dichiarazioni di Luciano Moggi in riferimento ai risultati raggiunti dalle squadre italiane nelle competizioni europee. L'ex direttore generale della società bianconera ha aggiunto: "In alcune squadre addirittura giocano 10 stranieri su 11, fenomeno questo che impediva la crescita dei nostri giovani, raramente impegnati in pianta stabile. Al punto che, per spiegare le tattiche ai giocatori che scendevano in campo ci volevano più gli interpreti degli allenatori, non era importante la conoscenza dell’inno di Mameli, più importante che avessero nonni italiani.

E abbiamo sempre sostenuto che di questo fenomeno a soffrirne sarebbe stata la nostra nazionale, che porta nel mondo l’immagine del nostro calcio".

L'ex dirigente della Juventus Moggi su Gravina e la Giustizia Sportiva

Proseguendo il suo post su Facebook, Moggi ha dichiarato: "Di Gabriele Gravina, presidente FIGC, si è detto ormai tutto, di questa sua grande forza, tutta spesa soprattutto ad aggrapparsi alla poltrona dove, da troppo tempo, sta seduto, nonostante gli insuccessi di quest’ultimi tempi.

Addirittura si fregia del titolo di vicepresidente della Uefa. È ormai comprovato che a Gravina sia sufficiente che nessuno rievochi i tempi in cui era presidente del Castel di Sangro. Non ne sappiamo le ragioni, magari ne sa di più Luca Sgarbi, comunque a lui questo è già sufficiente per dire che il resto va tutto bene. Ha creato la Giustizia Sportiva a sua immagine e somiglianza, con a capo il giudice Chinè che ultimamente ha penalizzato la Juventus per le plusvalenze evocando la slealtà di questa società, senza tener conto che, se la regola venisse applicata a 360 gradi, almeno dieci delle nostre società chiuderebbero i battenti".