"La mia aspirazione è lavorare nel management, vedo di nuovo la Juventus per me": questo uno dei passaggi più significativi dell'intervista rilasciata da Giorgio Chiellini, che a breve disputerà con la maglia dei Los Angeles Fc la finalissima di MLS contro il Columbus Crew.

Tanti i temi toccati dall'ex bianconero nel corso della chiacchiera con The Athletic, tra cui il proprio futuro dopo aver smesso con il calcio giocato e il rapporto mai sopito con la sua ex squadra, la Juventus, confrontando la propria esperienza che quella degli altri calciatori italiani che come lui hanno scelto Stati Uniti e Canada per concludere la propria carriera.

Chiellini: 'Conosciamo i nostri punti di forza e debolezza'

In apertura, Chiellini non poteva non partire dalla finale che a breve la sua squadra disputerà contro il Columbus Crew: "Per noi giocatori sarà una partita dura perché loro sono molto bravi, fanno tanto possesso e riescono a trovare gli spazi giusti. Siamo qui perché conosciamo tutti i nostri punti di forza e di debolezza e mi aspetto una partita combattuta".

Ma che cosa sta significando per Chiellini giocare in MLS? "Il primo anno è difficile. Il secondo anno, invece, è molto più facile. Mi sento molto meglio in questa stagione rispetto alla seconda parte della scorsa stagione. Ricordo che l'anno scorso la mia prima partita fu a Nashville e c'erano 40 gradi" ha affermato puntando tutto o quasi dunque sulle temperature totalmente diverse ma anche, in un passaggio successivo, sul diverso formato tra Europa e Major League Soccer: "Avere i playoff ti cambia la stagione perché puoi gestire un po’ di più ciò che è importante.

Una volta arrivati ai playoff la luce si accende per tutti e l'occasione è diversa".

L'ex Juve come Insigne e Bernardeschi, quando l'Italia va alla scoperta dell'America

Giorgio Chiellini non è l'unico calciatore italiano ad aver optato per un'esperienza in USA e Canada, come lui infatti si ricordano i casi di Lorenzo Insigne, che non si vedeva in Europa con altre maglie al di fuori del Napoli, e Federico Bernardeschi, che considerava invece chiuso a prescindere il proprio ciclo europeo: "Loro due sono arrivati n MLS con tante aspettative, ma purtroppo, per tanti motivi che non conosco bene, non sono riusciti a dimostrare il loro valore.

Spero che possano riscattarsi in futuro, sono buoni giocatori e nell'ambiente giusto e nella squadra giusta potrebbero fare la differenza in questo campionato. Difficoltà ad adattarsi alla cultura? Non siamo solo giocatori, siamo umani con famiglie. È un grande spostamento dall’Italia a qui" ha chiosato Chiellini sull'argomento ponendo la luce su una questione troppo spesso poco considerata dato che ci si concentra di solito su discorsi tecnici e tattici e molto poco su altre tematiche legate alla cultura del luogo e all'adattamento anche fuori dal campo (che poi influisce e molto sul rendimento dentro al campo).

'Nel mio futuro vedo la Juventus': da Del Piero a Nedved passando per Trezeguet, non tutte le bandiere sono tornate in bianconero

Sollecitato infine su come veda il proprio futuro, Chiellini ha parlato di voglia di "lavorare nel management" (niente panchina come allenatore almeno per il momento) e di "Juventus ancora nel futuro". Dopo 17 anni a Torino, l'ex capitano bianconero mostra dunque la specifica volontà di tornare all'ombra della Mole da dirigente, un destino che è toccato a tante bandiere del club ma non a tutte.

Il caso forse più illustre è quello di Pavel Nedved, cui il club ha reso palese la gratitudine per avere sposato la Serie B nel 2006 concedendo a fine carriera l'ingresso nel Cda e la carica di vice presidente ricoperta dal ceco dal 2010 al 2022, quando il terremoto legato all'inchiesta Prisma ha costretto lui e il resto del Cda alle dimissioni.

E' tornato a Torino dopo il ritiro anche David Trezeguet, passato alla storia come lo straniero più prolifico nella storia della società con 171 reti complessive messe a segno coi bianconeri in 320 incontri: nel 2015 è rientrato nel club con l'incarico formale di presidente delle Juventus Legends, l'associazione che riunisce tutti i giocatori bianconeri del passato, mentre dall'8 novembre 2018 al 30 giugno 2021 ha ricoperto la carica di brand ambassador del club.

Non tutte però le bandiere sono tornate in società dopo aver smesso di giocare nonostante ci si sarebbe aspettati il contrario: il caso più illustre è quello di Alessandro Del Piero: più presenze di chiunque altro in bianconero, 705, più gol di tutti, 290, ma mai un ritorno in società, solo un turbinio di voci e indiscrezioni che non sono però sin qui servite alla più grande icona del club per transitare dal calcio giocato a quello 'ragionato' dietro ad una scrivania.