"Quando giochi alla Juve, devi sempre ambire al massimo. L’Inter però resta la favorita, anche se devono stare attenti. Allegri - lo dico per esperienza diretta - quando va in testa non lo prendi più. Se la Juve fa il sorpasso, ci sarà da divertirsi": a parlare così l'ex terzo portiere della Juventus Rubinho, che intervistato da Tuttosport ha ripercorso la propria esperienza a Torino parlando anche del campionato attuale e di quello che potrebbe accadere nella lotta scudetto all'Inter.

'Allegri è il top player della Juventus'

"Mister Allegri è il top player e il vero segreto di questa Juventus, aveva solo bisogno di tempo per lavorare sui calciatori" ha sottolineato l'ex estremo difensore, che ha poi parlato del match che stasera i bianconeri giocheranno a Marassi contro il Genoa: "Mi aspetto una partita tosta.

Il Genoa gioca bene e in casa dà il meglio, in più vogliono riscattare la sconfitta immeritata di Monza. La Juve dovrà stare in guardia per fare risultato e continuare a mettere pressione all’Inter".

Nelle ultime giornate non sta più scendendo in campo Mattia Perin, pari ruolo di Rubinho quando era in attività e suo grande amico, che ha comunque mostrato nelle poche apparizioni compiute fin qui tutto il proprio valore: "Mattia potrebbe giocare titolare in tutte le squadre italiane con la sigaretta in bocca, solo che davanti ha Szczesny che è un grandissimo: col Napoli su Di Lorenzo ha fatto una parata straordinaria".

In chiusura, un riferimento all'unico vero rimpianto della sua esperienza in bianconero, la Finale di Champions League persa nel 2015 a Berlino contro il Barcelona: "Quel Barça era straordinario con Messi, Suarez e Neymar al top, però stavamo per fare lo scherzetto.

Sull’1-1 Dani Alves fa fallo in area su Pogba, ci fosse stato il VAR sarebbe stato rigore e magari avremmo vinto la Coppa".

La Champions League 2014-2015, una cavalcata epica con un finale amaro

Al primo anno di Massimiliano Allegri in bianconero, la Juventus veniva da stagioni difficili a livello europeo: poche soddisfazioni e un quarto di finale come risultato massimo, nessuno si sarebbe aspettato una cavalcata come quella esibita dal gruppo guidato dal nuovo allenatore, che dopo un girone passato da seconda agli ottavi pesca il Borussia Dortmund.

I tedeschi si presentano a Torino nella gara d'andata mostrando qualità e solidità ma devono alla fine arrendersi grazie alle reti di Tevez e Morata a rispondere al gol di Reus. Grande preoccupazione per la gara di ritorno, in cui l'1-0 basterebbe al Borussia per eliminare la Juventus: e invece i bianconeri scendono in campo con grande determinazione e stritolano i tedeschi 0-3.

Il turno dopo arriva lo spigoloso Monaco: andata a Torino con vittoria per 1-0 e rete di Vidal su calcio di rigore, ritorno in Francia che termina 0 a 0. La Juventus approda così in semifinale e pesca il Real Madrid: all'andata i bianconeri si impongono per 2-1 (Morata, Ronaldo e Tevez), al ritorno un'impresa straordinaria e rimasta nella storia del club consente alla Juventus di pareggiare 1-1 e di accedere così alla finale di Berlino. È ancora Alvaro Morata a segnare e portare i bianconeri all'atto conclusivo della manifestazione ed è ancora Alvaro Morata, in finale, a pareggiare l'iniziale vantaggio del Barcelona firmato da Rakitic. Le reti di Suarez e Neymar chiudono però l'incontro sul parziale di 3-1 senza pur tuttavia spegnere le emozioni di un anno indimenticabile.