"Il successo o l’insuccesso della Superlega dipende da quanti club sceglieranno di parteciparvi, quindi dalla bravura della Superlega di proporsi e sfatare i luoghi comuni che ancora circolavano ieri": ad esprimersi in questi termini Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, in merito alla sentenza con cui ieri la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittimo il monopolio esercitato da FIFA e UEFA aprendo di fatto la strada alla possibilità che vengano ideate e concepite competizioni calcistiche parallele. Il cuore di tutto sta nel fatto che d'ora in poi chi deciderà di aderirvi non dovrà temere di incorrere in sanzioni da parte di FIFA e UEFA stessa, ed era nella sostanza questo il pronunciamento che tutte le parti convinte della Superlega attendevano.
La Superlega dovrà lavorare su adesione società alla competizione
"La sentenza della Corte di Giustizia Europea è perentoria nella sostanza e nella forma. Si usa più volte il termine "illegale" ed è sempre riferito all’Uefa, che viene descritta come un "monopolio che abusa della sua posizione dominante". La vittoria giuridica della Superlega sull’Uefa è netta, totale, potenzialmente devastante nei suoi effetti - prosegue Vaciago - Non c’è spazio all’interpretazione, tutto è esplicito, la Corte è quasi violenta nel dare torto all’attuale sistema di potere del calcio europeo. Ma la vittoria giuridica è solo il primo passo, un passo fondamentale, ma non definitivo perché non porta alla meta il progetto nato molti anni fa, presentato goffamente nell’aprile del 2021 e sbocciato oggi, riveduto, corretto e soprattutto vincente sul piano legale.
Ora, per nascere sul serio, la Superlega deve convincere i club a sposare la sua idea di competizione europea, il suo modello di competizione". Ed è questo il passo più importante da dover fare dato che già ieri, nel giorno della sentenza, diversi tra i più importanti club d'Europa hanno preso le distanze dal progetto a poche ore dalla pronuncia.
In sostanza, "incassato il via libera della Corte, la Superlega tornerà dai club che potranno avere reazioni meno carbonare" prosegue Vaciago, certo di come adesso la A22, la società che gestisce il progetto capitanata dal tedesco Bernd Reichart, dovrà lavorare col fioretto dopo aver inferto un colpo letale con la sciabola.
Con quali conseguenze oggi è difficile dirlo nonostante in Italia il Presidente della FIGC Gabriele Gravina abbia già rilasciato importanti dichiarazioni.
Gravina: 'Devo salvaguardare il brand del calcio italiano'
"Non possiamo impedirne l’adesione, ma la scelta, qualora avverrà, deve essere molto chiara - aveva dichiarato Gravina poche ore prima della sentenza - Non è pensabile disputare due o tre campionati all’interno di una serie di organizzazioni. Noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione sul campionato, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un'altra competizione. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro".
Ma quali sono state le reazioni dei principali club italiani alla sentenza?
Atalanta, Roma e Inter hanno immediatamente espresso la più totale disapprovazione verso il progetto Superlega tramite apposita comunicato, Milan e Juventus non si sono espresse mentre il Napoli, nella persona del Presidente Aurelio De Laurentiis, ha fatto sapere di essere "aperto alla possibilità di un dialogo in merito al nuovo progetto". Tradotto? Non appare ci sia un fronte compatto, quattro club si sono espressi (tre contro e uno a favore), due si sono astenuti probabilmente in attesa che le acque si calmino e che le cose prendano una piega definitiva.
Lo stesso Ceferin, presidente dell'UEFA, ha già fatto sapere che la loro posizione "non è cambiata" ma che l'Istituzione europea si riserva "se mantenerla" dopo aver letto il dispositivo della sentenza. Lo scenario insomma ad oggi appare più nebulosa che mai.