"Da una analisi dettagliata dei loro statuti, dei loro principi, del loro modus operandi e dei poteri (organizzativi e sanzionatori in primis) che si sono autonomamente attribuite, Fifa e Uefa hanno da “lungo tempo” creato “un monopolio economico e commerciale” e, di conseguenza, “una posizione dominante” sul mercato non solo della organizzazione e gestione delle manifestazioni calcistiche, ma anche e soprattutto dei loro lucrosi aspetti commerciali (diritti televisivi, pubblicità, etc.), escludendo tutte le altre imprese dalla possibilità, anche solo teorica, di competere.
E tutto questo, a prescindere dall’uno o dall’altro progetto alternativo (es:SuperLeague), è in toto contrario ai principi fondanti dell’Unione Europea": a parlare in questi termini l'ex magistrato Pierò Calabrò, intervenuto su Tuttosport a proposito della sentenza con cui la Corte di Giustizia Europea, il 21 dicembre scorso, ha dichiarato illegittimo il monopolio di Fifa e Uefa.
La sentenza ha come noto aperto la strada, al momento teorica, al progetto Superlega, con i promotori a ritenere adesso di avere terreno fertile dato che la Corte ha statuito come le squadre che parteciperanno alla nuova competizione non potranno essere sanzionate o comunque non sanzionate nel modo fin ad adesso sventolato dall'Uefa.
Calabrò sulla reazione dei media alla sentenza del 21 dicembre scorso: 'I media dimenticano'
"Mi stupisce la reazione delle stesse Fifa e Uefa al comunicato con il quale è stata presentata la sentenza - ha proseguito Calabrò - il suo contenuto, come si vede, è perfino più pesante ed inequivoco nel sancire la fine del monopolio e dell’abuso di posizione dominante, in modo indiscutibile accertati".
E poi ancora: "E mi stupiscono ancor di più le reazioni di gran parte dei media e di appartenenti al mondo del calcio che, non amando il progetto della Super League, si inchinano a quel potere di Fifa e Uefa che la Corte Europea ha bollato come illegalmente monopolistico, discriminatorio e poco trasparente, dimenticando che quell’apparato del calcio “romantico” ha venduto per chiari fini di mero profitto i Mondiali di Calcio a Nazioni prive di una storia sportiva ma ricche di petroldollari, ha organizzato senza alcun criterio di tutela degli atleti nuove affollate competizioni (la prossima Champions League), ha creato e perpetuato lucrose carriere preannunciando modifiche statutarie di stampo dittatoriale, ha favorito gli “investimenti” di Stati Sovrani che infrangono le più elementari regole di libertà e democrazia".
Superlega, la posizione delle squadre italiane
E' in questo contesto tutt'altro che semplice da analizzare che va inserita la possibile partecipazione o meno al progetto Superlega delle squadre italiane, sempre che alla fine la nuova competizione prenda effettivamente piede.
La Juventus, come risaputo, fino a qualche mese fa figurava tra i soci fondatori insieme a Real Madrid e Barcelona, ma in estate si è ritirata anche su pressione dell'Uefa per evitare squalifiche più pesanti di quella comminata (un anno di esclusione dalle coppe europee) per via delle note vicende giudiziarie che hanno investito il club l'anno scorso.
All'indomani della sentenza, l'Inter ha invece palesato tramite un comunicato stampa il più totale rifiuto a partecipare alla Superlega, condotta diametralmente opposta a quella dei cugini rossoneri, che non hanno preso ufficialmente posizione.
Il Napoli invece, attraverso il Presidente De Laurentiis, ha fatto sapere di essere aperto all'idea di ascoltare la proposta, laddove invece Atalanta e Roma hanno assunto la stessa posizione dell'Inter.