Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta ultrà di Milan e Inter: nella richiesta di custodia cautelare per i tifosi milanisti e interisti arrestati due giorni fa con l'accusa di aver comandato tutto l'indotto legato agli incontri casalinghi delle due squadre - dalla vendita dei biglietti alla gestione dei parcheggi, passando per il raket degli ambulanti attorno all'impianto -, i pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra scrivono infatti come il fenomeno sia stato sottovalutato, con la "Commissione comunale antimafia indotta in errore da FC Inter".

Sulla vicenda è intervenuto nelle ultime ore anche il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, che istituendo un parallelo con l'inchiesta gemella 'Alto Piemonte' a carico degli ultrà della Juventus del 2016 ha evidenziato come i dirigenti bianconeri all'epoca collaborarono in modo diretto, arrivando addirittura ad indossare microfoni nascosti.

I Pm della Dda di Milano: 'Azione positiva dell'Inter smentita dai fatti'

Ricostruiamo la vicenda. Nello scorso marzo, giorno 15, due responsabili dell'Inter hanno sostenuto un'audizione presso la Commissione antimafia del Comune di Milano la cui testimonianza dimostrerebbe, stando sempre ai pm, "la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato", facendo si che "la Commissione comunale fosse indotta in errore da FC Inter non senza considerare alcune omissioni in malafede".

Il 28 marzo scorso, il Presidente della commissione avrebbe addirittura inviato all'Inter una email spiegando come l'intervento dei loro responsabili avesse prodotto "un'azione positiva", cosa poi, si legge sempre nel testo redatto dai pm, "smentita dai fatti".

Paolo Storari e Sara Ombra contestano, in buona sostanza, al club nerazzurro "una duplicità di atteggiamento", "uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse (omesse ndr), e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio".

Per dovere di cronaca, va tuttavia ricordato come l'Inter non sia ad oggi indagata, stesso discorso per tutti i suoi tesserati, ma la divulgazione del testo della richiesta di custodia che ha dato inizio alla vicenda getta delle ombre sulla (possibile, eventuale e futura) posizione del club, specie perché, nei sei anni di indagini, non si è registrata nessuna denuncia da parte della dirigenza.

Vaciago: 'In Alto Piemonte un dirigente bianconero si prestò a incontrare gli ultrà indagati indossando dei microfoni nascosti'

A riprendere la vicenda è stato nelle ultime ore il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, che sulle colonne del giornale ha evidenziato come, in occasione dell'inchiesta 'Alto Piemonte' - indagine gemella ma a carico degli ultras della Juventus, condotta nel 2016 e conclusasi con le condanne di Saverio Dominello e suo figlio Rocco, membri della cosca Pesce Bellocco che erano riusciti ad impossessarsi del bagarinaggio dei biglietti - la collaborazione del club bianconero fu totale: "Un dirigente bianconero si prestò ad incontrare gli ultrà indagati indossando dei microfoni nascosti per aiutare gli inquirenti.

Inoltre, il club e i suoi vertici denunciarono i ricattatori, semplificando ulteriormente il compito della magistratura. E in fase processuale si costituì parte civile".

I parallelismi tra i due casi sembrano terminare proprio giunti a questo scoglio: l'assenza di denunce ed una condotta che in taluni casi sembra assomigliare ad un possibile favoreggiamento - come nel caso dell'intercettazione tra Simone Inzaghi e il capo ultrà nerazzurro Marco Ferdico - sembrano rendere scricchiolante la posizione del club nerazzurro che, non a caso, così come il Milan, rischia l'amministrazione giudiziaria. Come scongiurarla?

Collaborando in modo totale con le forze dell'ordine e dimostrando di aver reciso ogni collegamento con le frange estreme del tifo organizzato.

Il fatto che tra gli indagati non figurino esponenti del club dimostra tuttavia come, al momento, la società sia 'accusata' (non in modo formale ed effettivo ma solo nelle considerazioni preliminari) solo di un'eccessiva leggerezza nella gestione del fenomeno.