La rivoluzione targata Igor Tudor non nasce da idee moderne o esperimenti calcistici particolarmente studiati ma dalla pura semplicità. Il croato, in appena 2 settimane alla guida della Juventus, ha dato a tutti i giocatori sicurezza nei propri mezzi, schierando con continuità più o meno lo stesso 11 titolare e soprattutto ponendo i calciatori nelle loro posizioni più congeniali.

Semplicità e chiarezza messe a disposizione della squadra, così Tudor ha conquistato la Juve ed il popolo bianconero

In un calcio sempre più ossessionato dalla ricerca dell’originalità e dell’innovazione a tutti i costi, Igor Tudor ha scelto una via controcorrente: la semplicità.

Una semplicità intelligente, concreta, che in poche settimane ha restituito identità e dignità ad una Juventus in evidente affanno. Il tecnico croato, chiamato a sostituire Thiago Motta nel momento più delicato della stagione, ha normalizzato l’ambiente bianconero con scelte chiare, razionali e soprattutto efficaci.

Il cambio di passo non è stato figlio di rivoluzioni tattiche, né di esperimenti. Tudor ha riportato i calciatori nei loro ruoli naturali, ha smesso di modificare sistematicamente l’undici titolare e ha ridato alla squadra una coerenza di base che mancava da mesi. Dove l’ex tecnico Thiago Motta aveva inseguito una continua rotazione e un’interpretazione fluida – talvolta confusa – del gioco, il croato ha offerto certezze e stabilità.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una Juventus finalmente competitiva, concreta, di nuovo padrona del proprio destino.

La Champions League sembra adesso alla portata della formazione bianconera

Sotto la gestione Tudor, il rendimento della squadra ha subito un’impennata. Non tanto nei numeri, quanto nella qualità complessiva delle prestazioni. È tornata una Juventus compatta, capace di leggere le partite, di soffrire nei momenti giusti e di colpire con freddezza quando serve. Non a caso, dei 9 punti a disposizione nelle 3 gare giocate sotto la guida del croato, la Juventus ne ha raccolti ben 7.

Il cambio di mentalità si è così riflesso nella classifica: con Tudor al timone, la corsa al quarto posto, obiettivo considerato vitale per le sorti sportive ed economiche del club, ha assunto contorni ben più concreti: prima della vittoria per 2 a 0 dell'Atalanta col Bologna, la Juventus aveva persino sfiorato il terzo posto.

La compagine bianconera si appresta quindi a vivere questo scorcio finale di campionato con il vento in poppa e con la consapevolezza di avere un calendario migliore rispetto alle rivali (Parma, Monza, Bologna, Lazio, Udinese e Venezia) per raggiungere uno dei tanti agognati posti in classifica per approdare in Champions League.