Per anni hanno vissuto un incubo senza avere la possibilità di denunciare: è una storia di violenza ed emarginazione quella accaduta ad una famiglia (padre, madre e figlio maggiorenne) affetta da disabilità psichica. Il nucleo familiare, abitante in uno stabile popolare di un centro in provincia di Catania, è stato oggetto di ripetute violenze, umiliazioni e abusi sessuali da parte di due vicini di casa che approfittavano della situazione per compiere ogni tipo di angheria e abuso sui tre.
I due vicini sono stati arrestati dalla Polizia di Stato e posti agli arresti domiciliari, anche se la Procura aveva chiesto il carcere per l'aggravante degli atti di violenza commessi su persone con disabilità mentali; i soprusi sono avvenuti in un complesso di abitazioni lungo la costa etnea.
Come ricostruito dalle indagini, i due soggetti sottoponevano la famiglia ad abituali e quasi quotidiani atti di maltrattamento.
La denuncia delle vittime
Le indagini sono partite a seguito di una denuncia presentata dalle vittime le quali, dopo anni di soprusi, hanno trovato infine il coraggio di presentarsi alle forze dell'ordine; nell'esposto si parla di gravi violenze, anche di tipo sessuale, e di continue vessazioni che le vittime sono state costrette a subire per anni dai due vicini ora agli arresti. Chiaramente i due arrestati approfittavano della vulnerabilità mentale di tutta la famiglia arrivando non solo ad intimorirla e vessarla, ma obbligandola persino a compiere per loro alcuni lavori ed altre commissioni di diverso tipo; ma l'episodio più grave, riguarda uno stupro di gruppo ai danni di uno dei componenti del nucleo familiare.
Il provvedimento, compiuto dagli agenti su disposizione del Gip di Catania, è stato eseguito lo scorso 9 dicembre, ma la Procura lo ha reso pubblico soltanto ieri.
Ancora una volta la cronaca dà risalto a delle situazioni che spesso rimangono nascoste per anni: spesso chi subisce questo tipo di violenze non ha il coraggio di denunciare il proprio aggressore.