Il Samsung Galaxy Note 7 doveva essere il gioiello di fabbrica della omonima casa produttrice per prestazioni, grandezza del display e caratteristiche che lo rendevano uno dei migliori sul mercato, assolutamente all'avanguardia e in grado di competere con i brand più noti ed esclusivi. Invece dopo che si sono verificati molti casi in cui lo smartphone esplodeva letteralmente o accadevano episodi di combustione, Samsung ha dovuto intervenire sostituendo i telefoni con altri. Ma il problema si è ripresentato, portando così Samsung alla decisione di ritirare il Note 7 definitivamente dal mercato, con le conseguenti perdite che da indiscrezioni pare ammontino all'incirca a 5 miliardi di dollari.
Note 7: l'odissea della batteria
Quando si sono verificati i primi casi di combustione del Note7, Samsung credette di aver individuato la causa nelle batterie prodotte dalla Samsung SDI che le produceva per il Note 7 assieme alla Amperex Technology Ltd con base ad Hong Kong; di conseguenza annullò le commissioni con questa affiliata, aumentando le richieste alla azienda cinese. In effetti le batterie prodotte dalla Samsung SDI non aderendo perfettamente al telefono, per misure non corrette, innescava un fenomeno di surriscaldamento poi. Così la casa coreana sostituendo i dispositivi con altri che montavano invece batterie prodotte dalla Amperex Techonology Ltd riteneva di risolvere il problema definitivamente, invece il fenomeno di surriscaldamento del Note 7 si è ripresentato nuovamente.
Da lì la decisione definitiva di ritirarlo definitivamente dal mercato lo scorso mese di settembre per scoprire i reali motivi della combustione delle batterie.
Samsung ha chiuso le indagini dopo 4 mesi
Oggi dopo quattro mesi dunque Samsung ha chiuso le indagini e nella conferenza stampa di lunedì 23 gennaio, renderà note le motivazioni che stanno all'origine di questi episodi.
Il Wall Street Journal ha nel frattempo anticipato i risultati di questa inchiesta: in conclusione le batterie prodotte dall'affiliata Samsung LTD hanno provocato la combustione delle batterie per l'irregolarità delle dimensioni; anche quelle prodotte dalla casa cinese hanno portato al medesimo fenomeno per un difetto di produzione, probabilmente causato dalla aumentata richiesta che Samsung fece per sostituire gli smartphone difettosi e quindi ad una accelerazione nella produzione delle batterie per rispondere alla crescente domanda.
Nessuna dichiarazione da parte delle due case di produzione fino ad oggi. Samsung per rispondere alle perplessità delle autorità preoccupate per il ripetersi in futuro del medesimo fenomeno, avrebbe creato un processo in otto fasi che include maggiori controlli e test specifici nelle fasi di fabbricazione.