Il primo hamburger "in vitro" è stato cucinato lunedì 5 agosto e sottoposto in diretta tv all'esperienza di due critici culinari, ospiti in uno studio televisivo londinese. Josh Schonwald, americano, e Hanni Ruetzler, austriaca, hanno trovato il gusto "molto intenso", paragonabile al sapore di seppia, ma secondo gli estimatori il risultato è stato penalizzato dall'assenza di grasso. "Si avvicina alla carne ma non così succulento. La consistenza è perfetta ma me l'aspettavo più soffice" ha spiegato la signora Ruetzler.

Lo scienziato responsabile del progetto è l'olandese Mark Post, che ha lavorato tre mesi insieme alla sua equipe dell'università di Maastricht per creare 20.000 fibre di muscolo: hanno coltivato in vitro singolarmente ogni fibra.

L'hamburger. Il suo peso è di circa 150 grammi e il costo proibitivo: intorno ai 250 mila euro. Si prevede però che il prezzo della carne sintetica raggiunga una cifra accettabile entro una ventina di anni. In mancanza di sangue e grasso, per calibrare colorazione e sapore i ricercatori si sono serviti di succo di barbabietola rossa, di zafferano, sale, uova in polvere e pane grattugiato.

L'idea di Mark Post, finanziata dal co-fondatore di Google Sergey Brin, raccoglie consensi fra le associazioni ambientaliste che sperano nella fine della macellazione di milioni di animali. La domanda di carne cresce vertiginosamente di anno in anno e l'allevamento intensivo ha conseguenze ambientali gravi, come il disboscamento e l'inquinamento dei pesticidi.

Milioni di capi di bestiame inoltre producono un terzo del metano che insieme ad altri gas crea il noto effetto serra. Si pensi che attualmente per un chilo di carne sono necessari tra i 4 e i 10 chili di mangimi e per produrre mangime servono notevoli quantità di acqua.