Con la sentenza numero 35105, la Corte di Cassazione ha condannato una mamma trentottenne di Cagliari, ad 800 euro di multa, in quanto si era lamentata di uno dei professori del proprio figlio sostenendo che fosse "gay e maleducato". Pertanto, la signora è stata condannata penalmente per diffamazione, oltre che a risarcire i danni morali al professore del figlio.
La Cassazione ha sottolineato, con questa sentenza, che lamentarsi di uno dei professori del proprio con la preside e con altri docenti, dicendo che è gay e che circolano voci in questo senso, fa scattare la condanna penale per diffamazione e quella al risarcimento dei danni morali patiti dal professore del quale si cerca di colpire la reputazione, con l’attribuzione di una ‘etichetta’ sessuale.
La mamma aveva provato a difendersi, sostenendo di aver agito in quel modo per legittima difesa del figlio minorenne, nel timore che il professore, in quanto omossessuale, potesse desiderare di abbracciarlo. Tuttavia la Suprema Corte non ha riconosciuto alla trentottenne di aver agito con giustificato motivo, confermando la non concessione delle attenuanti generiche, come già aveva stabilito il Tribunale di Cagliari con Verdetto dell'aprile 2012.
D'altra parte, già nel gennaio scorso, la Cassazione, con la sentenza numero 601, aveva preso una decisione a dir poco storica, sostenendo che un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia omosessuale perché si tratta di un "mero pregiudizio" sostenere che "sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale".
Sembra, quindi, che la linea adottata dai Supremi Giudici sia attualmente quella di tutelare concretamente i diritti delle minoranze, nel pieno rispetto della Costituzione Italiana.