I venti di guerra inSiria non lasciano insensibile Papa Francesco, pronto a fare la sua parte perfavorire il dialogo e scongiurare l'ennesimo conflitto armato in Medio Oriente.Mentre negli Stati Uniti si scaldano i motori dei bombardieri in vista del dichiarato attacco militare alregime di Bashar Al Assad, in altri Stati dell'Occidente all'iniziale spintainterventista di governi come quello inglese e francese ha fatto seguito, negliultimi giorni, un ritorno alla cautela, quando non un esplicito dietrofrontdettato dalla netta contrarietà al ricorso alle armi da parte di parlamento edopinione pubblica (clamorosa la bocciatura della linea di David Cameron nell'assembleabritannica).

Nel corso dell'Angelus domenicale Papa Bergoglio ha espresso ilproprio punto di vista sull'escalation di violenza sul fronte siriano, avvisandosia le autorità di Damasco che le altre parti in causa, Usa compresi, chenessun avallo potrà mai arrivare dal Vaticano ad un qualsiasi tipo di uso dellaforza, si tratti di bombe o di mezzi non convenzionali di uccisione del nemico.

"Rivolgo un forte appello per la pace", ha detto senza giri di parole ilpontefice durante l'omelia pronunciata davanti alla vasta platea dei fedeliaccorsi in Piazza San Pietro, "ed esorto la comunità internazionale a cercareil dialogo ed il negoziato con la Siria".

Netta la condanna, espressa dallamassima autorità spirituale per i credenti di fede cristiana, nei confronti deiresponsabili delle centinaia di morti provocate dall'uso di armi chimiche interra siriana, con particolare riguardo alle vittime più innocenti ("bambiniche non vedranno più la luce del futuro") degli eccidi di questi giorni: "Chiediamoa tutti di ascoltare la voce della propria coscienza" ha aggiunto Papa Francesco, "senza chiudersi nei propri interessi, perché guerra chiama guerra eviolenza chiama violenza".