Che altro si può affermare, se non che ci ha lasciati una leggenda vivente, il simbolo universale della libertà, dell'uguaglianza e della pace tra gli esseri umani tutti e delle lotte necessarie sia a conquistarle che mantenerle. 

Indubbiamente se ne è andato un simbolo per il mondo intero, ma la sua leggenda ed il suo mito rimarranno scolpiti in eterno in questa umanità, che, prima di glorificarlo, lo ha aspramente ostacolato, combattuto e per lungo tempo incarcerato.

Dei novantacinque anni maturati, infatti, ben ventisette li ha trascorsi in prigionia.

Arrestato e incarcerato nel 1963, riacquistò la libertà solo nel 1990, in seguito alle crescenti pressioni della comunità internazionale e alle proteste dell'Anc (African National Congress).

La sua è stata di certo una vita non comune; si può tranquillamente affermare che è stato l'uomo che ha maggiormente segnato la storia del Sud Africa. Le sue lotte contro il regime segregazionista sudafricano, le sue battaglie antirazziste sono note a tutti, conosciute in ogni angolo della terra.

Insignito nel 1993 del Premio Nobel per la Pace, contribuì in maniera determinante alla caduta del regime segregazionista sudafricano, divenendo l'anno successivo il primo presidente eletto dopo la fine dell'apartheid.

Nel 1985 aveva rifiutato un'offerta di liberazione dal carcere da parte del regime in cambio della rinuncia a continuare la lotta armata.

Come presidente, dal maggio 1994 al giugno 1999, guidò la transizione dal vecchio regime dell'apartheid alla democrazia, guadagnandosi stima e rispetto mondiali, per l'impegno con cui sostenne la riconciliazione nazionale.

Anche dopo aver abbandonato la carica di presidente ha continuato attivamente a sostenere le organizzazioni per i diritti umani, civili e sociali.

A definirlo nella maniera migliore forse basta una frase da lui pronunciata: "La pace non è solo un sogno, può diventare realtà, ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare".