La situazione in Ucraina resta tesissima, al limite della guerra civile, la tregua indetta ieri dal presidente Viktor Yanukovich non ha retto e gli scontri proseguono, a Kiev come in altre città del paese. Si contano altri morti negli scontri delle ultime ore e nella capitale è stato evacuato il Parlamento [Ucraina, aggiornamenti delle ore 15.30].
Ovviamente la situazione più problematica è appunto nella capitale Kiev, nei dintorni di Piazza Maidan ma non solo: sicuramente sono morti negli scontri con la polizia almeno 17 manifestanti, ma i giornalisti presenti parlano di almeno una trentina di morti, tanti colpiti con armi da fuoco.
Barricate, fiamme, granate, molotov e scontri tra Forze Speciali e ribelli sono all'ordine del giorno.
Ma gli insorti ucraini, che manifestano contro il regime di Yanukovich di per sè e non solamente per il mancato ingresso nell'Unione Europea, hanno sequestrato circa 50 poliziotti e li hanno portati in un edificio occupato nei dintorni del municipio.
Ormai i politici ucraini hanno davvero paura, tanto che il Parlamento di Kiev è stato evacuato d'urgenza, dopo che le sessioni di oggi e domani già erano state sospese: la guerra civile in Ucraina è ormai ad un passo, tanto che i manifestanti hanno sfondato i cordoni di sicurezza che proteggevano il centro della capitale dove si trovano i palazzi del governo.
La pesantezza della situazione si fa sentire anche alle Olimpiadi di Sochi, nella vicina Russia: alcuni atleti della nazionale ucraina hanno lasciato i Giochi Invernali per tornare a casa.
Dunque la tensione rimane e le opposizioni ucraine, almeno le più radicali, non intendono dare tregua al regime e le prospettive dei negoziati tra il governo di Yanukovich ed i ministri degli Esteri di Polonia, Germania e Francia (attesi oggi per colloqui a Kiev) non sembrano avere alcun effetto sulla situazione.
A Bruxelles si prepara una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell'UE per valutare l'ipotesi di sanzioni, ipotesi che anche gli Stati Uniti mettono in campo.