Ormai non ci dobbiamo stupire più di nulla quando si parla di malasanità. Questa storia ha dell'incredibile ma purtroppo è accaduta veramente.
Tutto ha inizio nel novembre del 2012, quando una signora di 49 anni, Giovanna B., viene sottoposta ad un intervento chirurgico per la rimozione di utero, tube e ovaie presso l'ospedale di Vercelli. Tornando a casa la signora accusa dolori lancinanti e per ben sette volte si reca in ospedale. Puntualmente i medici, probabilmente dopo un consulto troppo affrettato decidono ogni volta di rimandarla a casa ''È colpa dei punti'', era questa la giustificazione che riceveva dai dottori.
La situazione peggiora giorno dopo giorno.
La situazione si risolve solamente lo scorso febbraio quando la donna, a seguito di una radiografia, scopre la triste verità: nella sua pancia c'erano due garze chirurgiche 40 x 60 centimetri e un ''cuscinetto metallico retratto addominale'' lungo 25 centimetri. Immediatamente la donna si sottopone ad un altro intervento chirurgico, questa volta riuscito al fine di eliminare i corpi estranei e il liquido presenti.
''Di notte mi mancava il respiro; la pancia diventava sempre più gonfia. La mia vita stava diventando un inferno. Ogni volta che andavo in ospedale mi veniva detto che era colpa dei punti, non c'erano emorragie e mi rimandavano a casa'', questo lo sfogo della signora Giovanna.
Naturalmente la donna si è rivolta ad un avvocato. La magistratura indagherà sulla vicenda tramite i carabinieri Nas e la Asl sta portando avanti un'indagine interna. Anche questo sembra essere un altro caso di malasanità.