Termina l'attesa per Giancarlo Galan che finisce in carcere per le accuse riguardanti il caso Mose. Dopo sei ore di votazioni, la Camera decide per il suo arresto. Le sirene della Guardia di Finanza arrivano sotto la sua abitazione verso le otto di sera per ammanettarlo e portarlo in carcere. I militari della Guardia di Finanza hanno notificato la custodia cautelare già emessa dal 4 giugno all'inizio della vicenda Mose, nel momento in cui erano state arrestate ben 35 persone. E' uscito dalla sua villa accompagnato dall'ambulanza e dall'auto della polizia che lo hanno condotto nel carcere di Opera che ha un centro medico specializzato per garantire a Galan tutte le cure di cui ha bisogno.
L'epilogo repentino dei fatti
La votazione della Camera ha visto assegnare 395 voti a favore e 138 voti contrari al suo arresto. Solo due deputati si sono astenuti. Sembrava che tutto però procedesse gradualmente e che i suoi avvocati avessero ottenuto un'istanza per gli arresti domiciliari ma così non è stato. In realtà i magistrati cercavano un posto idoneo e specializzato per le condizioni di Galan fuori dalla regione Veneto. Gli eventi sono stati molto più veloci. Per lui erano previsti bollettini medici di circa 40 giorni di prognosi e invece è stato dimesso a sorpresa dopo solo 12 giorni. Secondo i sanitari i suoi valori clinici sarebbero rientrati nella norma. Decisioni che hanno lasciato incredulo l'ex governatore e i suoi difensori.
Un Galan che appare indignato. Arrabbiato contro i voti della Camera che definisce traditrice e indignato per la doppia ingiustizia che ritiene di aver subito.
I commenti dalla Camera
Dal governo arrivano i commenti. Una pagina triste quella che si apre per la destra e per Forza Italia. Secondo il parlamentare di Forza Italia, Capezzone, l'eccessivo uso della custodia cautelare porta chiunque a non avere più il diritto di difendersi.
Un'affermazione che fa valere sia per un deputato che per un cittadino "normale". Un azzeramento del diritto a difendersi. Per la Rossomando, del Pd, invece è stato esercitato un voto senza alcun pregiudizio.