Dopo le notizie promettenti della guarigione del medico e della missionaria statunitensi, Kent Brantley e Nancy Writebol, arrivano le cattive: non ce l'ha fatta il medico liberiano, Abraham Borbor, che aveva contratto il virus mentre assisteva i malati al John F. Kennedy Medical Center di Monrovia. Il Zmapp questa volta non ha compiuto il 'miracolo'. A dare la notizia è stato il ministro dell'informazione della Liberia, Lewis Brown. Ci sono altri due sanitari, un ungherese e un nigeriano, che stanno combattendo contro il virus, con l'aiuto del Zmapp e le speranze di sopravvivenza sembrerebbero buone.
Intanto è giunto in Gran Bretagna, proveniente dall'Africa, l'infermiere "eroe" che si era offerto volontario per stare vicino i malati a Kenema in Sierra Leone. William Pooley, 29 anni, è il primo britannico contagiato dal virus. E' stato ricoverato in una unità isolata al Royal Free Hospital di Londra. L'infermiere è stato descritto come coraggioso e infaticabile. David Nabarro coordinatore nelle Nazioni Unite ha dichiarato, durante la conferenza stampa in Sierra Leone, che si tratta di una guerra. Stima però che per vincere ci vorranno almeno altri sei mesi. Si attendono, nel frattempo, i risultati dell'infermiera italiana che al suo ritorno dall'Africa ha avuto un malore in aereo. E' ricoverata da una settimana nell'ospedale di Istanbul.
Sul versante delle cure, i giapponesi si sono dichiarati pronti a fornire un altro farmaco sperimentale prodotto dalla la Toyama Chemical Co.: l'Avigan (T-705). Yoshihide Suga, segretario generale del governo giapponese, ha detto che il suo paese è disponibile a concedere il farmaco, in collaborazione con la casa farmaceutica, se Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) ne farà richiesta.
Il farmaco nipponico, oltre ad avere il vantaggio di essere già stato approvato in marzo in Giappone come antivirale per l'ebola, è somministrabile in compresse. Ciò renderebbe più agevole la somministrazione laddove le infrastrutture mediche sono scarse, come in Africa. La casa farmaceutica nipponica ha fatto sapere di essere disponibile a concedere il farmaco individualmente, ossia a quegli operatori sanitari che ne faranno richiesta a patto che si tratti di casi di estrema emergenza.
Azione dello Zmapp e dell'Agivan
Il Zmapp è composto da tre proteine monoclonali che si legano alle cellule infette, favorendo la reazione del sistema immunitario. Il siero sperimentale statunitense blocca, quindi, l'ingresso del virus nelle cellule sane, impedendo la diffusione dell'infezione nel corpo. Al momento, però le dosi disponibili sono poche e per avviare la produzione in larga scala ci vorrebbero almeno due mesi. L'Avigan, il farmaco nipponico, invece agisce mediante un meccanismo innovativo che è si è mostrato efficace contro l'ebola, ha spiegato Shinya Hiroshima, portavoce dell'azienda farmaceutica. Si tratta di un inibitore dell'enzima Rna-polimerasi ed è in grado di bloccare la replicazione del materiale genetico virale all'interno delle cellule infettate dal virus. La Toyama Chemical Co. ha fatto sapere che dispone di scorte per più di ventimila pazienti. Ora spetta all'Oms decidere il da farsi riguardo al farmaco nipponico.