Nonostante sia in vigore la tregua umanitaria, nella Striscia di Gaza continuano i combattimenti. La violazione della tregua proviene da parte di Hamas che ha immediatamente provocato l'indignazione di Netanyahu che ha subito ordinato la ripresa dei raid e il ritorno in patria di tutti i negoziatori israeliani che si trovavano in colloquio a Il Cairo. Un'ostilità aperta dunque dalle truppe di Hamas che senza pietà hanno sparato tre razzi verso Beer Sheva, città israeliana nel Neghev. Si trattava di una zona inabitata e quindi non si conta nessuna vittima ma il premier israeliano non ci sta lo stesso e vuole immediatamente riprendere il controllo della guerra.
Secondo quanto riporta il ministero della Salute di Gaza, sono stati effettuati ben sette attacchi aerei da parte di Israele che hanno provocato anche delle vittime. Si contano inoltre due bambini rimasti feriti.
I colloqui a Il Cairo
La scadenza della tregua di cinque giorni che è in vigore a Gaza, coinciderebbe con la mezzanotte locale di oggi ma il lancio dei razzi che hanno violato il 'cessate il fuoco' sembra poter compromettere una decisione sull'esito della guerra tra Israele e Hamas. Rischiano di saltare dunque i colloqui a Il Cairo in cui si lavora per una tregua stabile e duratura. Inoltre poco prima del lancio dei razzi erano arrivate delle pesanti accuse da parte di Hamas il quale avrebbe affermato come Israele fosse responsabile dell'impasse nei negoziati.
I piani eversivi contro l'Anp in Cisgiordania
Intanto emergono i piani di Hamas per rovesciare l'Anp in Cisgiordania ossia l'autorità nazionale palestinese. I piani di Hamas prevedevano dei grandi attentati che avrebbero potuto avere la grandezza di un colpo di stato. Ieri infatti sono stati arrestati anche 93 membri di Hamas in Cisgiordania che stavano progettando dei duri attentati contro Israele ma emerge come la mente che ha elaborato questi progetti sia un collaboratore di Hamas che è in Turchia. Abu Mazen interviene immediatamente definendo queste informazioni come un vero rischio per la stabilità e l'unità del popolo palestinese.