Ai più maliziosi verrebbe da pensare al "governo ladro!" dato che nel mese di agosto c'è un lunghissimo calendario, per il contribuente onesto, da tenere sottomano per non farsi sfuggire le scadenze delle imposte e delle tasse da versare al fisco. In questo caso, però, si tratta effettivamente di furti. A lanciare l'allarme, nei giorni scorsi, ci ha pensato Confabitare (Associazione Proprietari Immobiliare) con la pubblicazione d'una analisi sui furti negli appartamenti delle maggiori città italiane. Secondo lo studio, riportato anche da diversi media, pare ci sia stato -in questo primo semestre del 2014- un aumento considerevole rispetto agli anni precedenti: +30%.

E la maglia nera è stata assegnata al capoluogo emiliano: la città dei tortellini, delle torri e delle tette. Ai primi posti della classifica, perciò, figurerebbero: Bologna (30,3%), Milano (29%), Torino (26%), Roma (25%), Firenze (23,3%). Mentre in coda si posizionano (orgogliosamente?) Catania (15,4%), Palermo (14,2%) e Bari (13%). Siccome quello che viene considerato il Paese del sole, soprattutto dai turisti provenienti dal nord Europa, quest'anno è perseguitato dal maltempo in salsa autunnale ed è frustrato da una stagione ferita dai temporali impietosi è meglio distogliere gli occhi -rivolti al cielo- per portarli sull'uscio della propria abitazione per scongiurare amare sorprese. Le principali ragioni di questo exploit si pensa siano state individuate nella crisi economica, che sta strozzando la società meno abbiente, ed in quel 38% di stranieri che circolano a piede libero senza un permesso di soggiorno.

I più pignoli hanno calcolato una media di 1 furto ogni due minuti ed 80 abitazioni, "visitate" da quelli che un tempo si chiamavano "topi di appartamento", su 1000.

E non finisce qui. Dato che al danno -in alcuni casi- si potrebbe aggiungere la beffa. Infatti, non sono poche le assicurazioni che non riconoscono il furto (danno subito) senza alcun segno di effrazione.

Ed è di queste ultime ore la notizia che, soprattutto in una regione del nord Italia, i ladri stiano "lavorando" con una chiave meglio conosciuta come "chiave bulgara". La "chiave bulgara" riuscirebbe ad aprire, senza scasso, persino le porte blindate con una serratura a doppia mappa. Il sistema sarebbe l'impiego d'una chiave "morbida" per la lettura del codice della serratura per poi fabbricare, al tornio, la cosiddetta chiave master per aprire "beatamente" la porta di casa.

Qualche periodico s'è speso per suggerire il decalogo anti-intrusione estivo, poco e bene. Ma sarebbe opportuno occuparsi anche d'un lavoro di prevenzione sul territorio. E dal momento che il numero delle forze di polizia è insufficiente non risulterebbe banale uno studio di migliore tutela. In fondo si tratta di criminalità (e, forse, organizzata) perseguibile con il suo articolo di reato penale. In Italia, questa tipologia di reato, deve rappresentare un maggiore e principale tema pubblico. Dal germoglio di questa parvenza di mini criminalità al passaggio di organizzazioni mafiose e camorristiche il passo è breve.