Oltre sessanta pezzi tra mitragliatori, pistole, fucili,moschetti, carabine, più di mille munizioni e due giubbotti antiproiettile. Nonè un arsenale militare, ma le armi a disposizione della malavita catanese. Ipezzi di artiglieria sono stati ritrovati in un palazzo nel quartiere diLibrino. In quello che doveva essere un vano ascensore, dove l'ascensore non èstato mai installato, sono stati riposti diversi borsoni con all'interno learmi a disposizione dei clan mafiosi operanti a Catania. I Carabinieri del comando provinciale di Catania sonointervenuti di notte con un vero e proprio blitz.

Sorpresi gli abitanti dellapalazzina quando hanno visto irrompere i militari dell'arma e portare viainteri borsoni pieni di armi. Per recuperare alcune munizioni è dovutointervenire il reparto speleologico dell'arma.

Le armi provengono quasi tutte da un circuito illegale e nonè escluso che le stesse siano state deviate, all'interno del trafficointernazionale di armi, dai luoghi dove si consumano guerre civili. ICarabinieri hanno configurato tale operazione come di bonifica, avendosottratto dalle mani delle cosche mafiose le armi atte ad offendere. Tali armi,se utilizzate, avrebbero potuto generare una grande potenza di fuoco. Adesso neilaboratori verrà analizzata ogni singola arma per risalire a possibili utilizzipregressi.

Il maxisequestro di armi è una appendice alle indaginiscaturite dall'attentato che è costato la vita al pluripregiudicato DanieleMassimiliano Di Pietro. L'uomo è stato crivellato di colpi proprio nelquartiere Librino, in viale Bummacaro, e la raffica di proiettili scaricata suDi Pietro, sorpreso mentre stava rientrando a casa, ha subito insospettito gliinquirenti.

Proseguendo nelle indagini che hanno portato all'arresto deipresunti responsabili, quattro persone tra cui un minorenne e tre fratelliAntonio Celso, 43 anni, Michele Celso, 38 anni e Davide Celso 22 anni, i Carabinierihanno scoperto l'arsenale.

Secondo quanto riferito anche dai vertici del comandoprovinciale dei Carabinieri di Catania, le indagini delle forze dell'ordinehanno fatto terra bruciata attorno ai quattro presunti killer di Di Pietro.Forse sentitisi braccati gli uomini si sono costituiti e consegnati alle forzedell'ordine. Gli inquirenti hanno continuato però le indagini trovando le arminascoste nell'intercapedine di un palazzo di Librino.