Le indagini sui dipendenti del Policlinico Umberto I, a Roma, che sottraevano medicine costose dalla farmacia per rivenderle sul mercato nero, sta facendo emergere dei risvolti davvero incredibili per la quantità di materiale rubato e per l'enorme giro di soldi che ruotava intorno a questo traffico illecito di farmaci. Lo scorso luglio, la polizia aveva provveduto ad arrestare otto persone, tra le quali due magazzinieri, denunciando anche tre infermieri. L'inchiesta in questi giorni si è chiusa per quindici imputati nei confronti dei quali la procura chiederà un processo.
I magazzinieri facevano delle vere e proprie scorte di Viagra e costosi medicinali per combattere il cancro. Il traffico illegale ha arrecato un grosso danno all'ospedale che ha fatto registrare una perdita di 1 milione di euro in due anni per le preziose medicine sparite dalla farmacia. Si era formato un vero e proprio giro di ricettazione, con i magazzinieri che effettuavano dei furti su commissione, portando via pillole, scatole e confezioni di flaconi per i quali venivano pagati profumatamente. Le accuse nei confronti di queste persone, tuttavia, riguardano solo la sottrazione dei farmaci, documentati dalle telecamere dell'ospedale, mentre per la ricettazione non ci sono prove sufficienti.
In particolare, la situazione peggiore riguarda i due dipendenti della farmacia dell'Umberto I che, stando alle imputazioni scritte dal magistrato, si impossessavano di grandi quantità di medicinali per un valore di migliaia di euro. Uno dei due, nel marzo del 2013, insieme ad un complice convinse un signore ad acquistare campioni gratuiti di Viagra destinati al Servizio sanitario nazionale per una somma di circa 15.000 euro. Dalle indagini è emerso anche che il dipendente più "attivo" nei furti fa regolarmente uso di cocaina e sarebbe arrivato a trafugare confezioni di farmaci per 52.000 euro. Dopo le imputazioni e le richieste di processo, è arrivata la reazione di un avvocato che difende uno degli infermieri indagati, sostenendo che gli inquirenti hanno effettuato un'eccessiva "caccia al ladro" che ha messo nei guai anche quei dipendenti che si erano portati via dalla farmacia interna all'ospedale solo un pacchetto di aspirine, tra l'altro mutuabili.