Grande spavento per gli abitanti di Inzago, comune nella provincia di Milano, i quali intorno alle 3 di notte di domenica 26 ottobre, sono sobbalzati dai propri letti a causa di una terribile deflagrazione che ha completamente distrutto un concessionario - autofficina nei pressi di una stazione di servizio sulla strada Padana Superiore. Lo scoppio è stato talmente forte, che alcune lamiere e parti degli edifici sono volate via fino a centinaia di metri di distanza.

Sul luogo dell'esplosione sono immediatamente arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri per rendere sicura la zona e soprattutto per far partire le indagini allo scopo di ricostruire la dinamica dei fatti. Secondo una prima ipotesi al vaglio degli inquirenti, la vicenda potrebbe essere scaturita da un tentativo di furto finito male. I ladri, probabilmente, volevano svaligiare la cassaforte e avrebbero piazzato dell'esplosivo per farla saltare in aria e portarsi via l'intero contenuto.

Ma i rapinatori devono avere sbagliato i loro calcoli nel decidere la quantità di esplosivo da utilizzare per fare scoppiare la cassetta blindata, causando così l'enorme detonazione che ha sventrato l'ufficio della stazione di servizio e l'officina, per un ingente danno di migliaia di euro. Naturalmente, se si tratta davvero di un tentato furto, il colpo non è riuscito perché i carabinieri hanno trovato la cassaforte nel corso della mattinata. Ad ogni modo, questa è solo una delle tante piste battute dai carabinieri, i quali stanno portando avanti indagini, rilevamenti e raccolta di testimonianze per avere un numero maggiore di elementi utili per ricostruire i fatti. Fra i testimoni sarebbe stato ascoltato anche un motociclista che al momento della tremenda esplosione sarebbe stato nelle vicinanze di una delle pompe di benzina della stazione di servizio. Per sua fortuna, a parte il grande spavento per l'improvviso boato e le fiamme che si sono levate tutt'intorno, l'uomo non avrebbe riportato alcun danno e potrebbe risultare utile per chiarire alcuni dettagli della faccenda.