Tenendo in mano delle rose bianche, lungo il marciapiede cheporta alla chiesa della Madonna di Pompei, hanno atteso ieri in prima fila, insiemeai genitori e agli insegnanti come loro "devastati" dalla tragedia disabato scorso nella riserva delle Maccalube, l'arrivo delle piccole barebianche. Poi sono entrati in chiesa e hanno assistito alla messa in silenzio con grande compostezza i piccolistudenti dell'istituto comprensivo "Capuana" di Aragona, in provinciadi Agrigento. All'uscita hanno fatto volare tanti palloncini colorati con imessaggi rivolti a Laura e Carmelo, per dire agli amichetti "volati incielo" che non li dimenticheranno mai mentre le piccole bare, accompagnateda un mesto corteo, si dirigevano verso il cimitero del paese.

"Guarda Carmelo c'è la maestra - urlava mamma Giovannainvocando il figlio mentre volavano i palloncini tra lacrime e singhiozzi di unpopolo intero -. Tu ne parlavi sempre e la maestra è qui. Anche a lei diceviche volevi andare alle Maccalube, a vedere la terra che bolle. Ci sono tutti,anche i compagni di classe, tutti qua sono". E' stato un giorno moltotriste per i compagnetti di classe di Laura e Carmelo, i due piccoli"uccisi" a 9 e a 7 anni dall'esplosione dei vulcanelli della riservanaturale delle Maccalube di Aragona. Un posto che anche i bimbi conoscevano perle gite scolastiche, dove "c'è la terra che bolle", e che adessoinevitabilmente legano a momenti di terrore.

"Con i bambini - ha detto Maria Teresa Moncada, unadelle insegnanti del piccolo Carmelo - abbiamo elaborato il lutto in classe perquesta tragedia che ha sconvolto tutti.

Non è stato facile e non sarà facile -ha aggiunto l'insegnante - collaboreremo in questo anche con i genitori deglistudenti. Carmelo - ha ricordato con commozione e con le lacrime agli occhi -era una ragazzino dolcissimo, vivace e intelligente. Tutti i compagnetti e chilo conosceva a scuola hanno un bellissimo ricordo di lui".

"Laura - ha detto l'insegnante di religione della bimbaLetizia Latino - non potremo mai dimenticarla perché col suo sorriso riempivaogni giornata, era ottimista, allegra anche se riservata. Mi sento devastatadentro e sarà difficile riprendere le lezioni dopo quanto accaduto. Laura - haaggiunto Letizia Latino - era buona, dolcissima e si poneva il problema deitanti bambini meno fortunati di lei che non avevano giochi o il necessario pervivere".

"Laura e Carmelo erano un po' timidi ma giocavano sempreanche con gli altri e avevano tanti amici a scuola. E' molto brutto quello cheè successo, purtroppo loro non ci sono più", ricorda Antonino, uno degliamichetti del "Capuana". "Alle Maccalube dopo quello che è successo a Laura e a Carmelo nonci tornerò mai più", dice il piccolo Salvatore ricordando che quello è unluogo dove più volte i ragazzini sono andati con la scuola. E Vincenzinoaggiunge: "Io alle Maccalube non ci voglio andare più già da prima, perchéquando ci sono andato - ricorda - sono rimasto bloccato con un piedesottoterra, per fortuna mi hanno aiutato gli amici ma ho avuto molta paura.Laura e Carmelo sono stati molto sfortunati e non sono più con noi, sono volatiin cielo".

"E' la parola di Dio che deve risuonare in un momentodi dolore come questo, le parole umane sarebbero insufficienti, è l'unico modoper ritrovare la speranza", ha detto il vicario Melchiorre Vutera cercando di dare conforto ai genitori, il carabiniere Rosario Mulone e Giovanna Lucchese. "Non vedremo più Laura e Carmelo a scuola, né giocare con gli altri bimbi. Ma daoggi sono angeli, la cui luce brillerà per sempre", ha aggiunto donSalvatore Falzone.