Esplode l'amaro e l'indignazione dei cittadini italiani nei confronti dell'assoluzione nei confronti di tutti gli indagati del caso di Stefano Cucchi. Stefano, ex geometra, per riuscire a guadagnare qualcosina aveva deciso di entrare nel giro della droga a Roma, ed era stato colto in flagrante dalla polizia poco dopo aver consegnato una dose in cambio di denaro ad un suo cliente.

Al momento dell'arresto le sue condizioni fisiche non presentavano segni di malnutrizione e di violenza subita, nessun livido, nessun ematoma, in poche parole. Dopo alcuni giorni però, le sue condizioni fisiche peggiorarono notevolmente fino a morte sopravvenuta. Alcuni testimoni che sono stati ascoltati durante le indagini, tra i quali un ghanese, hanno dichiarato di aver visto con i propri occhi le guardie penitenziarie picchiare con accanimento il giovane Stefano, che per l'occsione era stato posto da solo in cella senza alcun compagno.

Al momento della morte, il cadavere del giovane presentava segni di lividi, ematomi, tagli, insomma tutte le manifestazioni corporali di chi ha subito violenze fisiche, unite ad un peso di soli trentasette kili, chiaro segno dello stato di malnutrizione in cui versava il giovane.

Lo scorso due novembre sono stati assolti tutti gli indagati a causa dell'insufficienza di prove, e questo ha scatenato anzitutto la rabbia dei parenti di Stefano che hanno esposto le foto del cadavere al momento dell'autopsia, dalla quale si notano chiaramente i lividi e gli ematomi che fanno pensare a qualcosa in più di una semplice morte accidentale. "Vorrei solo che i magistrati chiudessero gli occhi per un secondo per immaginare che al posto di mio fratello ci fosse il loro, in modo da poter prendere la scelta più giusta", cosi si è sfogata Ilaria, la sorella del ragazzo defunto.

La rabbia non si è circoscritta solo ai familiari di Stefano ma ha raggiunto anche l'opinione pubblica e i cittadini italiani che hanno deciso di mostrare la loro solidarietà alla famiglia Cucchi utilizzando un social network, quello più utilizzato: Facebook. Qui, infatti, numerosi giovani si sono fotografati in primo piano con un cartello all'altezza del volto con su scritto "Ad uccidere Cucchi sono stato io". Un chiaro messaggio ironico e sarcastico lanciato alla giustizia italiana che ha deciso di giudicare che nel caso di Stefano non ci sia stato nessun omicida e che quelle ferite siano solo i segni di malnutrizione.