Teresa Romero, l'infermiera spagnola che aveva contratto il virus curando un paziente rientrato dalla Sierra Leone, è stata finalmente dimessa. Questa mattina, infatti, ha lasciato l'ospedale Carlos III di Madrid in cui era ricoverata dal 6 ottobre scorso, quando aveva avvertito i primi sintomi sospetti del virus ebola. Teresa è visibilmente commossa ed emozionata e rivolge, davanti alla stampa che la accoglie con un caloroso applauso, un grande ringraziamento a tutti coloro che si sono presi cura di lei e l'hanno aiutata a superare la malattia.

In cuor suo, l'infermiera 44enne spera che questo caso che l'ha vista coinvolta in prima persona, possa essere utile per approfondire gli studi della malattia ed individuare un vaccino, anche con l'utilizzo e lo studio del suo stesso sangue. Durante l'intervista alla stampa spagnola, il marito Javier Limon torna a parlare di Excalibur, il loro cane che è stato soppresso a scopo precauzionale senza possibilità di replica da parte loro. La considera, al di là della perdita affettiva del proprio animale domestico, una mancata opportunità scientifica per studiare lo sviluppo del virus sugli animali e la possibile trasmissione agli esseri umani.

E non è l'unica battaglia legale che vuole intraprendere Javier.

Difatti, secondo quanto lui stesso ha dichiarato, si è già rivolto ad alcuni avvocati per difendere la dignità di sua moglie, accusata di aver mentito sulla ricostruzione delle procedure di sicurezza. La Spagna, secondo i protocolli sanitari, verrà considerata libera dal virus al trascorrere di 42 giorni da quando l'ultimo paziente infetto non risulti completamente guarito, quindi il prossimo 12 dicembre.

Gli operatori sanitari che si sono presi cura dell'infermiera Teresa Romero sono 6 medici e molti altri infermieri e paramedici per un totale di oltre 100 persone. Secondo un portavoce dell'ospedale Carlos III, non è necessario per loro alcun tipo di isolamento, ma solo una vigile osservazione per individuare prontamente eventuali sintomi riconducibili a ebola.

La coppia Teresa e Javier non potranno ancora far ritorno nella loro casa, ma andranno temporaneamente nella casa della madre dell'infermiera, nel suo paese di origine, in Galizia. Nel loro appartamento di Madrid è ancora in corso la sanificazione, iniziata la settimana scorsa e che si protrarrà per altri 11 giorni.