Teresa Romero è guarita. Dopo aver lottato per giorni contro il virus, risulta ora negativa. Come si ricorderà l'infermiera era stata contagiata mentre dava assistenza ad un malato, poi deceduto. Sebbene avesse qualche linea di febbre, l'Ospedale Carlo III di Madrid l'aveva rimandata a casa senza nessun accertamento del caso, visto che era stata a contatto con un malato infettato dal terribile virus. Scattò la quarantena per il marito che aveva diviso lo stesso tetto con lei per una settimana. La famiglia Romero era composta da tre membri: i coniugi e il loro amatissimo cane: Excalibur che le autorità spagnole hanno ritenuto opportuno sopprimere.
Javier Limon, il marito dell'infermiera, aveva negato l'autorizzazione per la soppressione del cane, ma i giudici spagnoli, al pari della Santa Inquisizione, emisero ugualmente la condanna a morte per Excalibur. Non hanno voluto sentire ragioni, sordi all'appello che si era sollevato per impedirne l'uccisione. Eppure alcune voci scientifiche avevano detto che non era necessario sopprimere il cane, bastava metterlo in quarantena e verificare se fosse veramente infetto, in quanto non si sa perchè l'hanno soppresso senza indagini.
Inoltre non vi sono nemmeno certezze scientifiche che gli animali domestici possano essere portatori sani dell'ebola ed Excalibur avrebbe potuto dare alla scienza qualche informazione in proposito.
Ma l'ignoranza e la cecità hanno avuto la meglio sulla ragione. Il mondo ambientalista si era sollevato aveva lanciato una petizione che raccolse più di 350 mila firme: manifestanti si erano radunati sotto l'abitazione dell'infermiera dove viveva Excalibur per impedirne la cattura. Ma nulla è servito: come all'epoca dell'inquisizione spagnola sono entrati lo hanno prelevato e soppresso, negando pure in un primo momento di averlo fatto.
Solo un articolo de El Mundo aveva dato la notizia appresa da fonti interne della clinica veterinaria dove lo avevano portato per sopprimerlo. Ma Teresa non sapeva niente, per giorni il marito le ha tenuto nascosta la verità. Ora Teresa chiede "Perché è stato ucciso il mio Excalibur?" Javier il marito dell'infermiera ha divulgato una straziante lettera per il suo cane.
Si legge: «Excalibur, ovunque tu sia, devi sapere che tu sarai sempre nel nostro cuore. Ti hanno ucciso, gente cattiva e senza sentimento. Abbiamo fatto il possibile e ancora di più per salvarti (….) Anche se non sei più con noi, ti prometto che sarà fatta giustizia".
Javier Limon, ha fatto sapere che la moglie Teresa Romero sta pensando di fare causa allo Stato spagnolo. Excalibur non è stato fortunato come un altro cane, Bentley, quello dell'infermiera di Dallas, anch'essa contagiata dal virus, messo in quarantena e accudito in quanto parte integrante di una famiglia umana, colpita una terribile disgrazia (il cane di Dallas è risultato negativo all'ebola). Ma Excalibur era cittadino di un paese che non ha firmato la Convenzione europea per la tutela degli animali domestici e di affezione, che sopprime i randagi nelle Perreras nei peggiori dei modi, che nel XXI secolo si diverte ancora con le Corride e con feste che prevedono la tortura degli animali, come la come la festa di carnevale dell'asino di Vallenueva.