A 45 anni dallo sbarco sulla luna, un nuovo grande passo per l'umanità è stato oggi compiuto. Alle ore 17:04 italiane, Philae, il lander della sonda Rosetta, ha toccato il nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko al termine di un viaggio durato oltre 10 anni e 6 miliardi di chilometri. Lanciata per mezzo del razzo europeo Ariane 5 il 2 marzo del 2004 dalla base spaziale di Kourou, nella Guiana Francese, la sonda Rosetta rappresenta il punto più avanzato dell'esplorazione dell'universo portando, per la prima volta, strumentazioni scientifiche su una cometa.

L'ambizioso obiettivo della missione progettata dall'ESA, l'Ente Spaziale Europeo, è quello di scoprire i cosiddetti "mattoni della vita" e svelare molti misteri sulla nascita del sistema solare.

Le comete, infatti, sono frammenti che risalgono a quattro miliardi e 600 milioni anni fa, cioè alla formazione del sistema solare. L'analisi dei materiali di cui è composto il nucleo della cometa su cui è oggi atterrata Philae consentirà di capire molte cose sulla nascita e sull'evoluzione dell'universo, anche perché avrà la possibilità, fino al marzo 2015, di verificare le trasformazioni di questi materiali man mano che la cometa si avvicinerà al sole.

APPLAUSI E LACRIME AL CENTRO SPAZIALE DI DARMSTADT

La manovra di atterraggio, durata 7 ore, non è stato privo di tensione a causa di segnali di malfunzionamento dei razzi di stabilizzazione di Philae riscontrati al momento del distacco dalla sonda Rosetta.

Il loro perfetto funzionamento era fondamentale per l'atterraggio in quanto, a causa del basso campo gravitazionale del nucleo della cometa, un impatto troppo violento del lander (un apparecchio delle dimensioni di una lavatrice e del peso di 100 chili) avrebbe potuto rimbalzare sulla superficie perdendosi nello spazio. Un imprevisto che aveva fatto parlare i responsabili dell'ESA, che controllano le operazioni dal centro spaziale di Darmstadt, in Germania, di una possibilità di fallimento della missione pari al 30 per cento.

Fiato sospeso, quindi, fino alle 17:04, quando i segnali provenienti da Philae hanno confermato che il contatto con la cometa era andato a buon fine, consentendo agli scienziati dell'ESA di liberare la tensione accumulata con applausi e lacrime di gioia.

LA FIRMA ITALIANA SULLA STORICA IMPRESA

Il successo di un'impresa mai tentata nella storia dell'esplorazione spaziale porta in molte sue componenti la firma della tecnologia italiana, a partire dalla sonda principale, Rosetta, assemblata a Torino da Thales Alenia Space.

A bordo della stessa sonda vi sono, inoltre, molte apparecchiature realizzate da centri di ricerca coordinati dall'Agenzia Spaziale Italiana: l'Inaf di Roma, l'Università Parthenope di Napoli, l'Università di Padova e il Politecnico di Milano sotto la cui guida è stata progettata la trivella che perforerà il ghiaccio di cui è formato il nucleo della cometa per prelevarne campioni da analizzare.