Le informazioni recentemente riportate su un documentario francese hanno letteralmente scosso il mondo della Moda: Coco Chanel, una delle più grandi stiliste della storia, sarebbe stata una spia nazista in piena regola. Alcuni documenti ritrovati e subito resi noti, infatti, attesterebbero la presenza della donna tra le fila dell'Abwehr, il servizio segreto al soldo del dittatore Adolf Hitler.

Westminster era il suo nome in codice, in riferimento alla relazione che la fondatrice della nota maison francese intrattenne con il Duca di Westminster, e il suo compito sarebbe stato quello di fare da mediatrice con Winston Churchill.

Il coinvolgimento con le attività segrete naziste sarebbe iniziato in seguito al crollo dell'esercito francese, nell'anno 1940, e dopo un episodio alquanto significativo. Tornata in Francia, infatti, Coco Chanel si era trasferita al Ritz Hotel, che a quell'epoca rappresentava il quartier generale delle forze d'aviazione militare tedesche. Qui, la stilista avrebbe conosciuto il barone Hans Gunther von Dincklage, un alto ufficiale della Gestapo, e avrebbe intrattenuto una relazione amorosa con lui. Stando alle rivelazioni del documentario francese, inoltre, fu proprio il barone Dincklage ad introdurre Coco nei servizi segreti nemici e nelle alte sfere naziste. Sarà in seguito al suo intervento, infatti, che la donna riceverà l'incarico di fare da mediatrice con Winston Churchill per cercare di ottenere una tregua con gli ufficiali inglesi che erano di stanza in Francia.

Chanel, però, avrebbe potuto agire anche per un tornaconto personale. Nel 1924 la stilista aveva venduto un suo profumo ad una famiglia ebrea, e si pensa, quindi, che il suo intento fosse quello di utilizzare le sue conoscenze all'interno dell'organizzazione per riavere indietro la sua creazione. In quel momento, infatti, le leggi razziali impedivano il possedimento di imprese da parte degli ebrei, per cui sarebbe stato possibile ottenere una specie di trasferimento del business a favore della Chanel. Sia questa idea che la sua opera di mediazione, comunque, portarono ad un nulla di fatto.