Il caso di Loris Stival, il bambino di Santa Croce Camerina trovato morto lo scorso 29 novembre, ha trovato ieri il suo peggior epilogo: è stato infatti convalidato il fermo della madre Veronica Panarello, accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Dopo la conferma del GIP dunque, la mamma di Loris è stata trasferita dalla Procura di Ragusa alla sezione femminile del carcere di Catania.
Loris Stival, news del 10/12: ecco i principali indizi contro Veronica Panarello
Gli inquirenti non sembrano avere dubbi: è stata Veronica Panarello ad avere ucciso il figlio Loris Stival, gettandolo poi in quel canalone nei pressi del Mulino Vecchio, luogo da lei frequentato durante la sua infanzia.
Pesano infatti contro di lei indizi infamanti, i principali dei quali sono i filmati delle telecamere di sorveglianza sparse nel paese di Santa Croce Camerina. Da questi filmati che, dobbiamo ammetterlo, non sono tra i più leggibili ad occhi nudo, si vede Veronica partire da casa senza il figlio Loris in auto: quindi il piccolo non sarebbe stato portato da lei a scuola come affermato fin dal primo giorno. Da questa terribile menzogna, gli inquirenti hanno poi ricostruito tutti i movimenti della donna fino a vedere la sua auto passare (la conferma arriva sempre da un filmato) a pochi metri dal Mulino Vecchio. Cosa ci faceva da quelle parti? E cosa è accaduto nei sei minuti di buco prima che l'auto sia tornata in dietro?
Gli inquirenti ne sono certi: in quel lasso di tempo, Veronica ha lasciato il figlio di 8 anni nel canalone in cui poi è stato ritrovato.
Ben diversa invece la tesi della difesa secondo la quale quei filmati, prova regina nella tesi dell'accusa, non sarebbero così leggibili e si farebbe davvero molta fatica a riscontrare la presenza della donna o dei bambini nell'auto.
Loris Stival, news del 10/12: Veronica Panarello trasferita nel carcere di Catania
Sta di fatto che Veronica Panarello nel pomeriggio di ieri è stata trasferita nel carcere di Catania, dopo che anche il GIP ha confermato le accuse della Procura. Resta ora da chiarire se davvero la donna abbia agito da sola, come le prime indagini sembrano affermare, o se sia intervenuto qualcuno ad aiutarla nel terribile delitto.
Sicuramente c'è ancora molto lavoro da fare per la Procura di Ragusa.
Nel frattempo, gli abitanti del posto sembrano già essere convinti della colpevolezza della donna, rea di aver commesso il più atroce dei delitti. Ne abbiamo avuto chiaro riscontro dalle urla e dagli insulti della gente sia durante l'uscita della donna dalla Procura di Ragusa sia durante il suo arrivo nel carcere di Catania. Gli stessi detenuti della sezione maschile, hanno insultato la donna con parole poco ripetibili.