Forse non è stata veramente Veronica Panarello ad uccidere il piccolo Andrea Loris Stival. La donna, trasferita in serata dalla procura al carcere di Ragusa, potrebbe non aver fatto tutto da sola o addirittura non avere niente a che fare con la tragica vicenda. È quanto sostiene un articolo pubblicato dal Corriere di Ragusa secondo il quale, riprendendo fonti investigative, ad uccidere il bambino non può essere stata una persona sola, meno che mai la madre. Devono invece essere stati almeno due i responsabili della morte di Loris, specifica il quotidiano siciliano,  anche perché a seguito dalla ricostruzione dei dati svelati dall'autopsia sul cadavere del piccolo, si è concluso che una persona sola non abbia potuto mettere in atto un simile omicidio in pochi minuti.

Emergono intanto inquietanti particolari sulla zona del Mulino Vecchio, che vanno a smentire totalmente la versione dell'ex-maresciallo dei Carabinieri proprietario dell'antico mulino, il quale alle telecamere della trasmissione Chi l'ha visto? aveva affermato che da quelle parti non era mai successo niente di particolare e che era una zona calma. Per niente invece. La contrada Vecchio Mulino è stata negli ultimi anni al centro di numerose vicende legate alla criminalità organizzata. Nel novembre 2012 proprio dove è stato ritrovato il piccolo Loris, i Carabinieri avevano scoperto un vero e proprio arsenale da guerra (caricatore bifilare obliquo per fucile mitragliatore con 2 proiettili inseriti calibro 7.62x39, 41 proiettili dello stesso calibro, nonché materiale per la pulizia delle armi) e a pochi mesi di distanza ancora un altro ritrovamento sempre nello stesso posto (pistola lanciarazzi calibro 22 , 17 proiettili calibro 7,62, sei proiettili smi 933, sei proiettili Ec-42, quattro proiettili Am3-40).

Proprio un anno fa inoltre a un centinaio di metri dalla strada che porta al Vecchio Mulino, era stato misteriosamente trovato il corpo di un uomo senza vita, un operaio giardiniere, di cui i Carabinieri non erano riusciti a capire le cause della morte.

Ma Santa Croce Camerina non è un posto tranquillo come tutti dicono.

Basta vedere le sue campagne dal satellite. Serre dovunque, a perdita d'occhio. In quelle zone, e specialmente nel triangolo detto di Comiso-Santa Croce- Vittoria, la mafia fa affari gestendo uno dei più grandi commerci di droga di tutta la Sicilia. Numerosi i non italiani coinvolti nelle azioni criminali e nel giro di affari che vede la coltivazione dei terreni: basti pensare che alcuni residenti (per la maggior parte stranieri) dei palazzi del Mulino Vecchio sono stati arrestati per reati legati alla droga. Solo a Santa Croce Camerina, che ha appena 10000 abitanti, ci sono 969 tunisini, 281 albanesi, 205 rumeni e 116 algerini, cioè quasi il 20% dell'intera popolazione.