Una coincidenza da brividi è emersa nelle ultime ore dalle indagini degli inquirenti sulla morte di Loris Andrea Stival, trovato senza vita, circa una settimana fa, nei pressi di un canale a Santa Croce Camerina, provincia di Ragusa. La giovane madre, Veronica Panarello, qualche anno fa ha tentato il suicidio utilizzando delle fascette da elettricista, le stesse che oggi vengono indicate come l'arma del delitto che ha ucciso il piccolo Loris. Una coincidenza, al momento, che non può non creare un macabro trait d'union fra due episodi drammatici che, a distanza di anni, hanno coinvolto la stessa famiglia.

Veronica, in conflitto con la madre, tentò il suicidio con fascette

Era poco più che una ragazza, Veronica quando, a causa di continui contrasti con la madre e di una vita difficile e infelice, decise di farla finita ricorrendo ad una fascetta da elettricista. A distanza di anni da quel tentato suicidio, oggi quelle fascette di plastica tornano nella vita della Panarello, collegate alla morte del figlio di 8 anni, Loris Andrea. E intorno al mistero delle stringhe sta ruotando gran parte delle indagini degli investigatori. Infatti, quando le maestre di Loris andarono a trovare la madre, dopo la tragica morte del figlio, questa consegnò loro delle fascette da elettricista, affermando che erano della scuola perché il bambino le aveva con sé per un compito di scienze.

Ma le insegnanti non avevano mai visto in vita loro quelle stringhe, anche perché sono pericolose da tenere in un istituto scolastico frequentato da bambini. Interrogata di nuovo sul mistero delle fascette, la donna ha affermato che, quando le maestre le hanno detto che quegli oggetti non appartenevano alla scuola, fu lei a consigliare di avvisare la polizia e non il contrario, come testimoniato dalle insegnanti.

Veronica Panarello si difende: "Sono offesa e innocente"

Distrutta dal dolore per la drammatica morte del figlio, Veronica non ha alcuna intenzione di rilasciare direttamente delle dichiarazioni, e affida al suo legale, Francesco Villardita, le sue parole di rabbia e disperazione. La giovane madre, infatti, si ritiene innanzitutto offesa per le false informazioni che starebbero circolando sul suo conto: "Mi hanno già processata e condannata", avrebbe riferito all'avvocato e ai suoi familiari, e inoltre continua a proclamare la sua innocenza e conferma quanto già dichiarato agli inquirenti sul tragitto effettuato in auto il giorno della morte di Loris e sulla questione delle fascette, drammatico legame fra i suoi istinti suicidi giovanili e l'omicidio del figlio.