Un video diffuso dall'aeronautica militare norvegese mostra un incontro tra un F-16 norvegese ed un Sukhoi-34 russo, definito impropriamente un "Mig" in molte testate. Questo incontro pericoloso sarebbe avvenuto probabilmente qualche settimana fa, quando venne anche affermato che una coppia di cacciabombardieri F-16 avrebbe intercettato un potente Su-34 russo, variante del Su-27 al largo della costa di Finnmark. Questa era la prima volta che la Norvegia, che si solito attiva le sue difese quando ci sono esercitazioni militari russe, in quanto nazione confinante, aveva intercettato un volo di questo modello migliorato del famoso "Flanker".
Secondo il filmato diffuso alle agenzie di stampa, l'F-16 è stato costretto a compiere una manovra improvvisa per evitare la collisione col caccia russo passato a meno di 20 metri di distanza. Probabilmente questo incontro fa parte della strategia impiegata dalle aviazioni militari di tutti i paesi, di testare le velocità di risposta dei paesi confinanti, ma hanno anche l'effetto non secondario, di preoccupare la popolazione.
A metà strada tra un F-111 ed un F-15, il Sukhoi-34 "Fullback" è considerato ampiamente il jet tattico più avanzato dell'arsenale russo. Abbina la manovrabilità e la capacità di compiere percorsi a lungo raggio tipica del Su-27, ad una cabina di guida molto più grande e pressurizzata che, oltre a far sì che i piloti non indossino le maschere, che possano anche stare in piedi.
Anche la dotazione di armi è ampia e temuta.
Ancora non è chiaro quanti aerei di questo tipo siano stati monitorati durante le intercettazioni norvegesi nei recenti avvistamenti ed intercettazioni di aerei russi sopra i cieli controllati dalla Nato o, come in questo caso, sulle acque internazionali.
La politica che sta intraprendendo la Russia, per quel che si sa, almeno per tre episodi in particolare, avrebbe però potuto portare all'escalation fino ad un conflitto vero e proprio in seguito a scontri aerei.
Sotto accusa è anche la procedura dei voli militari della Federazione Russa che escono dai loro confini senza accendere il trasponder così che non possano venire rintracciati dai radar civili, con il rischio di una collisione in volo, e visti come nemici dai radar militari.