In Francia esiste una legge anti-terrorismo che controlla il flusso di persone in entrata e uscita dalla Siria, ma nonostante ciò la francese Hayat Boumeddiene, compagna del jihadista Amedy Coulibaly (l'uomo che lo scorso venerdì ha preso d'assalto un supermarket kosher a Parigi uccidendo quattro persone) è riuscita ad arrivare in territorio siriano attraverso la Turchia. Boumeddiene è rientrata in Siria l'8 gennaio, passando da Madrid e da Istanbul, la notizia è stata confermata dal ministro degli Affari esteri turco Mevlt Cavusoglu. Il coinvolgimento della donna nella strage di Parigi sembra ormai evidente: Boumeddiene avrebbe scambiato 500 telefonate con la moglie di Cherif Kouachi, uno degli uomini che ha sparato contro la redazione di Charlie Hebdo, e, molto probabilmente, avrebbe partecipato in prima persona all'organizzazione dell'attacco.

Ecco perchè Boumeddiene è diventata la donna più ricercata dalla Francia.

Nata il 26 giugno del 1988 a Villers-sur-Marne (Val-de-Marne), Boumeddiene ha sette fratelli ed è cresciuta con i servizi sociali dopo che la madre è morta nel 1994. L'ispirazione religiosa sembra essergli arrivata dal marito Coulibaly. Una volta sposata la donna ha infatti perfezionato l'arabo e si è recata in peregrinaggio a La Mecca. Quando è stata interrogata, in occasione dell'arresto del marito, la ragazza ha affermato: "Quando vedo il massacro di innocenti in Palestina, Iraq, Cecenia, Afghanistan o in altri posti bombardati dagli americani... beh, chi sono i veri terroristi?".

La jihad alla conquista dei giovani europei

Secondo il Middle East Media Research Institute, un centro di ricerca americano che studia l'evoluzione dello jihadismo, i combattenti europei sono in allarmante aumento.

Molti membri dell'organizzazione terroristica jihadista Stato Islamico viaggiano dall'Europa verso la Siria e l'Iraq per addestrarsi e tornare in Occidente con l'intenzione di compiere azioni terroristiche.

La maggior parte di questi europei sono uomini tra i 20 e i 35 anni, ma molte sono anche le donne, per l'esattezza circa il 15% dei nuovi militanti.

Solo dalla Svizzera nel 2014 sono partite 30 ragazze. Dalla Francia, invece, sono partiti 900 giovani, dal Regno Unito 500, dalla Germania 300, dal Belgio 250 e dalla Danimarca 100. Spagna (60) e Italia (50) sono i Paesi in cui il numero di giovani conquistati dalla jihad è minore poiché, molto probabilmente, si tratta di immigranti di prima generazione, mentre negli altri Paesi siamo già alla seconda e alla terza generazione.

Gli estremisti però partono anche dall'Irlanda, Finlandia e Norvegia.

Ma cosa porta un giovane, nel caso specifico dell'attentato al Charlie Hebdo, una giovane francese ad arruolarsi in una cellula terroristica islamica? Principalmente la crisi di identità, una sindrome molto diffusa tra figli e nipoti di musulmani immigrati nelle società europee. I giovani ricercano la propria identità all'interno di gruppi, organizzazioni, sentono il bisogno di entrare a far parte di una comunità. A ciò si aggiunge la precarietà economica di molti quartieri periferici e l'aumento della disoccupazione giovanile nell'Unione Europea. Essere militanti di organizzazioni come lo Stato Islamico garantisce comunque uno stipendio.

Secondo gli esperti le nuove generazioni cercano di soddisfare il loro bisogno di credere in qualcosa, di sconfiggere il tedio della vita quotidiana e diventare protagonisti delle proprie vite. Per conquistare i giovani occidentali, facendo leva su queste loro fragilità, gli estremisti islamici oggi sfruttano le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, dai social network e hanno addirittura fondato una tv chiamata Al Hayat Media Group.

Per loro, i terroristi islamici, la guerra è appena cominciata.