La crisi ha colpito e sta colpendo tutti, anche quelle categorie che non molto tempo fa erano ritenute delle vere e proprie miniere d'oro. Un esempio per tutte è l'attività forense, la professione di avvocato, per intenderci. Lo scorso 23 gennaio si è celebrata in Corte di Cassazione, la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. In tale contesto, il Presidente del CNF -Consiglio Nazionale Forense - ha rinnovato con determinazione e convinzione, l'impegno diretto degli avvocati per l'attuazione della riforma forense secondo un modello di avvocato moderno ed in linea con l'Europa.

Si parla quindi di PCT - Processo Civile Telematico - introdotto nella metà del 2014, e ormai obbligatorio per molti iter giudiziali. E tutto questo nonostante la drammatica contrazione dei redditi degli avvocati, certificata dalla cassa forense.

Lavorando in uno studio legale da anni, posso confermare che il lavoro ha subito un calo vertiginoso. Le grandi aziende per la maggiore hanno assunto legali interni, che possano, stipendiati come impiegati, schivare qualche mina vagante. Le persone fisiche che si rivolgono agli studi legali preferiscono, di solito, pagare l'onorario non prima della pubblicazione della sentenza. Ma la giustizia italiana, si sa, non è veloce, e a volte nemmeno giusta: possono passare anni prima di vedere liquidate almeno le spese di lite.

E poi c'è la concorrenza. Gli avvocati sono tanti...troppi, e il loro numero aumenta ogni anno. Su questo punto il Presidente Alpa è stato chiaro, spiegando che l'entrata in vigore del nuovo Codice deontologico (15 dicembre 2014) prevede una dimensione etica ottenuta anche dalla dignità e dal decoro dei compensi, senza quindi limitare la concorrenza.

A fisciplinare la giusta remunerazione è il D.M. 55/2014, in vigore dal 3 aprile scorso, che sostituisce il vecchio D.M. 140/2012.

Sul web è possibile trovare un'infinità di applicazioni che sono dei veri e propri simulatori di calcolo per la liquidazione dei compensi professionali. Basta inserire l'Ufficio Giudiziario dinanzi al quale è pendente la causa, il valore della stessa e il parametro, che varia in base alla complessità del procedimento, sul quale valutare le 4 fasi del giudizio: studio, introduttiva, istruttoria e decisionale.

Si possono, inoltre, inserire elementi aggiuntivi quali il numero delle parti coinvolte o le spese esenti, rappresentate da marche da bollo e contributo unificato utili all'iscrizione al ruolo della causa. E in pochi istanti è possibile calcolare un ipotesi di compenso liquidabile.

L'applicazione, a mio giudizio, è molto utile, sia per gli studi legali, che non dovranno più impazzire tra calcolatrici e percentuali, sia per i clienti, che potranno facilmente verificare l'onestà di chi li difende.